Non solo ascoltare, ma anche partecipare: il Patate bollenti Festival

Lavoro, educazione all’affettività, meridionalismo, turismo, ma anche università e salute mentale. Sono i temi affrontati nella due giorni del Patate bollenti Festival, che si è svolto nello scorso fine settimana alla villa comunale di Vasto e nella Sala Aldo Moro. Dialoghi il cui scopo è stato non solo ascoltare, ma anche partecipare. Obiettivo preceduto dall’invito del collettivo Patate bollenti «ad abbandonare per un paio di giorni la veste di pubblico e indossare quella di partecipanti» intervenendo anche ai laboratori tematici, come quello sul tema “Liberare la mascolinità”.

Vasto, uno dei talk della seconda giornata del Patate bollenti Festival

Temi caldi nei sette talk che hanno animato i pomeriggi del 5 e del 6 agosto con buoni riscontri di partecipazione, soprattutto giovanile, su questioni di stretta attualità: “Cos’è la mascolinità tossica?”, “Abruzzo e interruzione volontaria di gravidanza: a che punto siamo?”, “La dottrina del merito che scricchiola: disagio mentale e università” con gli interventi di Mica Macho, Luca Marinozzi, Zona fucsia, Patate bollenti, Emma Ruzzon, Lilybeth Fontanesi. E poi “Idee per una scuola arcobaleno”, “Siamo fritte? Crisi ecologica ed ecofemminismo”, “Lotta femminista e meridionalismo”, “Prendere la parola”, con la partecipazione di Valeria Roberti, Magda Crepas, Clara Mariagilda Ruzzi, Arianna Pasquini, Claudia Fauzia, Benedetta Pintus, Benedetta Della Penna e Perla Sardella.

“E tu come stai?”è il film dei fratelli Filippo e Lorenzo Gori che ripercorre le più grandi mobilitazioni operaie degli ultimi anni in Italia. Il lavoro si può perdere da un momento all’altro venendo licenziati con una mail, com’è accaduto ai 422 operai della Gkn di Campi Bisenzio (Firenze). Ne hanno parlato Francesco D’Agresta ed Emily Zendri con i registi e con il collettivo di fabbrica della Gkn.

Un evento imperniato «sul concetto di radicalità, pensando al Patate bollenti come ad un insieme di alberi rigogliosi, le cui radici si intrecciano a formare un intricato groviglio di mani, che tra loro scambiano acqua, nutrienti e preziose informazioni».

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