Villa confiscata, due opzioni sulla destinazione

Dopo aver aperto le porte della villa confiscata, ora la questione è cosa farne. Il Comune e l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata devono decidere la finalità di pubblica utilità cui destinare la costruzione: un fabbricato a due piani con giardino e vista mare che si trova in via Colli Albani, la strada di campagna che si dirama da via Sant’Onofrio. La casa è a pochi metri dal punto in cui la stradina finisce.

«La sede di Napoli dell’Agenzia nazionale – dice a Chiaro Quotidiano il sindaco, Francesco Menna – è entrata in possesso del bene. Il prossimo passo sarà dialogare e decidere quale collocazione dare all’immobile. Se si opterà per un servizio che produce profitto, ad esempio casa di riposo o casa famiglia, sarà necessario indire una gara d’appalto. La seconda ipotesi è che diventi sede di servizi comunali, ma va tenuto conto dell’ubicazione della villa, che è molto periferica. Per questo, ci faremo consigliare dai tecnici dell’Agenzia».

Iniziata nel 2017, la vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’abitazione è giunta nel 2019 al pronunciamento della Cassazione. Due giorni fa, funzionari dell’Agenzia, polizia locale e addetti del Comune hanno rotto il lucchetto del cancello e sono entrati per eseguire un sopralluogo. Al di là del giardino invaso dai rovi perché la costruzione è attualmente disabitata, dentro ci sono ancora mobili, quadri, suppellettili e anche una botola che conduce a una stanza nascosta. La struttura è in buono stato, se si esclude il crollo di una tettoia esterna in legno e tegole. Non è la prima volta che a Vasto si applica questa legge. L’ultima volta, dopo dieci anni prima di sequestro e poi di confisca, il lungo iter giudiziario si concluse con la restituzione della casa ai proprietari.

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