Un divario abissale. Che costa ed entroterra viaggiassero da troppi anni con due marce differenti è cosa nota, ma i numeri elaborati da Abruzzo Open Polis rendono sin troppo chiara la drammaticità dello squilibrio tra territori e di quella piaga chiamata spopolamento.
La fondazione ha preso in esami i dati Istat dal 1951 al 2020 (dei comuni abruzzesi) per tracciare un bilancio demografico puntuale e uno spaccato dei movimenti di popolazione.
Il primo dato che emerge è il numero di residenti abruzzesi pressoché invariato in 70 anni: 1,28 milioni con una crescita dello 0,3%. È dentro i confini regionali che però i decenni presi in esame hanno cambiato radicalmente il territorio. L’analisi di Open Polis è su tutto il territorio regionale, noi abbiamo preso a riferimento quello del Vastese che, pur con le proprie peculiarità, ricalca la dinamica delle altre zone: i poli accentratori sulla costa, l’entroterra che si svuota.
IL BOOM DI SAN SALVO – Dalle nostre parti il polo accentratore è indubbiamente San Salvo che dal Dopoguerra ha fatto registrare una crescita demografica da record: +358,28% dato dal passaggio da 4.243 a 19.445 abitanti (numero cresciuto ulteriormente negli ultimi anni fino ai 20.107 del 2022). Una variazione positiva che è seconda in regione solo a Montesilvano (+622,13%: da 7.387 residenti a 53.344), nonostante il Comune abbia un’estensione territoriale molto ridotta.
Le ragioni storiche ed economiche sono ormai ben note. Da paese prettamente agricolo, San Salvo nei primi anni Sessanta diventò un simbolo dell’industrializzazione dell’Italia con la nascita di Siv, Magneti Marelli e tante altre aziende che attirarono manodopera da tutta la nazione.
San Salvo, prima del boom, si aggirava intorno ai 4mila residenti così come Cupello, Torino di Sangro, Gissi, Pollutri, Castiglione Messer Marino e, addirittura, Schiavi d’Abruzzo; Scerni era più grande, con 5.732 abitanti. Di questi paesi citati, solo Cupello è riuscita a conservare quasi inalterato il numero degli abitanti.
La crescita ha riguardato ovviamente anche Vasto, ma in modo più contenuto: +93,86%, da 20.919 a 40.553 persone in settanta anni.
– La mappa interattiva dei comuni abruzzesi –
UNA CITTÀ SCOMPARSA – L’entroterra, negli stessi anni, invece è andato svuotandosi con picchi davvero significativi. Mentre i due poli attrattori (San Salvo e Vasto) nell’arco di 70 anni sono cresciuti complessivamente di 34.836 unità, il resto del territorio ha perso 39.322 residenti, praticamente una cittadina come la stessa Vasto.
Seppur quasi sovrapponibili i due numeri, sarebbe semplicistico additare oggi le due località costiere come uniche beneficiarie e cause del travaso demografico, ma il trend è delineato.
Guardandoli da vicino, i numeri sono agghiaccianti (in basso la tabella con tutti i Comuni del Vastese). Si prenda ad esempio Schiavi d’Abruzzo: in 70 anni ha perso l’84,22% della popolazione (pari a 3.748 abitanti in meno) passando da 4.450 a sole 702 unità (numero, quest’ultimo, fuorviante, perché spesso si tratta di persone che in paese hanno solo conservato la residenza pur vivendo altrove). La vicina Castiglione Messer Marino che nel 1951 era più piccola, con 3.921 abitanti, è riuscita a contenere meglio l’esodo attestandosi a 1.575 persone nel 2020 (variazione del -59,83%). Altri casi emblematici sono quelli di San Giovanni Lipioni (da 906 a 149, -83,55%) e Fraine (da 1.416 a 280, -80,23%). Nel 1951, 30 Comuni su 31 superavano i mille abitanti, oggi a superare la stessa soglia psicologica restano 11 località.
Nel Vastese oggi si rivive una dinamica simile a quella già vista nei primi anni Sessanta: San Salvo ha fortemente consolidato il ruolo di polo attrattore con l’insediamento Amazon (e la difficile risposta alle nuove esigenze abitative ne è una prova). In molti auspicano una ricaduta positiva, in termini demografici, anche nei piccoli centri, ma a soli sei mesi dall’apertura è difficile fare previsioni.
Il dibattito sulle aree interne non si è mai spento. La ricerca di tamponi efficaci per frenare l’emorragia è sempre ferma al palo e alla retorica del paese come buen retiro-posto idilliaco-borgo incantato di cui assaporare i silenzi e l’aria genuina chiudendo gli occhi davanti alle troppe difficoltà con le quali una famiglia è chiamata a combattere: vicinanza con il lavoro, difficoltà di collegamento con i centri più grandi, sanità lontana o pressoché inesistente, scuole che chiudono, servizi carenti o del tutto assenti, esercizi commerciali che non resistono.
Ad oggi restano attuali le parole del commissario prefettizio di Castelguidone, Maria Giovanna Maturo, che così, in una nostra intervista, definiva, in estrema sintesi, la radice di gran parte delle criticità irrisolte dei piccoli comuni: «Non abbiamo un bacino di voti sufficiente per essere ascoltati».
Comune | 1951-2020 | Variazione |
---|---|---|
San Salvo | 4.243-19.445 | +358,28% |
Vasto | 20.919-40.553 | +93,86% |
Cupello | 4.358-4.752 | +9,04% |
Casalbordino | 7.544-5.808 | -23,01% |
Monteodorisio | 3.043-2.342 | -23,04% |
Torino di Sangro | 4.538-2.971 | -34,53% |
Gissi | 4.069-2.545 | -37,45% |
Lentella | 1.201-651 | -45,80% |
Scerni | 5.732-3.022 | -47,28% |
Pollutri | 4.123-2.073 | -49,72% |
Villalfonsina | 1.816-908 | -50,00% |
Liscia | 1.363-668 | -50,99% |
Celenza sul Trigno | 1.823-819 | -55,07% |
Roccaspinalveti | 2.715-1.208 | -55,51% |
Castiglione Messer Marino | 3.921-1.575 | -59,83% |
Casalanguida | 2.270-886 | -61,41% |
Fresagrandinaria | 2.388-908 | -61,98% |
Torrebruna | 1.966-746 | -62,05% |
Furci | 2.272-851 | -62,54% |
San Buono | 2.532-891 | -64,81% |
Carunchio | 1.807-610 | -66,24% |
Montazzoli | 2.651-877 | -66,92% |
Carpineto Sinello | 1.638-536 | -67,28% |
Palmoli | 2.733-836 | -69,41% |
Dogliola | 1.072-323 | -69,87% |
Castelguidone | 1.095-327 | -70,14% |
Guilmi | 1.407-417 | -70,36% |
Tufillo | 1.524-370 | -75,72% |
Fraine | 1.416-280 | -80,23% |
San Giovanni Lipioni | 906-149 | -83,55% |
Schiavi d’Abruzzo | 4.450-702 | -84,22% |
L’articolo sull’Abruzzo di Open Polis:
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