Dalle origini al nuovo gonfalone: la storia del simbolo della città di Lanciano

Venerdì 20 gennaio la città riceverà, per la prima volta, il gonfalone con il nuovo stemma cittadino regolarizzato dopo un’attenta verifica araldica. La giunta comunale, guidata allora come oggi da Filippo Paolini, in data 27 maggio 2011 aveva attivato all’Ufficio Onorificenze e Araldica del Consiglio dei Ministri il lungo iter per ottenere l’emissione del decreto di concessione dello stemma e del relativo gonfalone in considerazione del fatto che alcune ricerche storiche attivati e curate dagli storici Domenico Maria Del Bello (Ispettore Archivistico Onorario per l’Abruzzo) e Massimiliano Carabba Tettamanti avevano evidenziato come i vessilli in uso fino a quel momento non fossero “ufficiali” e storicamente fedele.

La Presidenza del Consiglio dei Ministri con una nota del 18 maggio 2012 aveva comunicato di aver disposto l’invio al Prefetto di Chieti del Decreto Presidenziale del 7 marzo 2012 riguardante la concessione degli emblemi araldici del Comune di Lanciano, con allegate le miniature, realizzate dall’araldico Marco Foppoli. Dopo un lungo cammino, il nuovo gonfalone (realizzato grazie al contributo economico della Polizia Municipale, farà quindi il suo esordio nel rappresentare la città Medaglia d’Oro al Valor Militare in tutte le occasioni istituzionali. Il vecchio vessillo prossimo alla dismissione venne realizzato nel 1985 quando, in occasione del Giuramento degli Allievi Ufficiali di Complemento A.V.C. del Battaglione Lanciano, un paracadutista di origini lancianesi, il generale Eugenio Geniola, si lanciò con il paracadute, da 2000 metri d’altezza per atterrare in Piazza Plebiscito.

Ma se il gonfalone fino ad ora utilizzato ha appena trentasette anni di vita, antichissima è l’origine dello stemma cittadino, una vicenda millenaria sapientemente ricostruita nei vari passaggi ed evoluzioni dagli storici frentani Del Bello e Carabba Tettamanti nello studio dal titolo “Lo Stemma della Città di Lanciano”. Come si legge nello scritto l’origine degli stemmi civici risale all’epoca della nascita dei Comuni, quando intorno al XIII secolo l’Imperatore o il vescovo concedeva ai cittadini un’insegna come segno di libertà e autonomia: non a caso in molte città, sotto lo stemma vero e proprio, campeggia la scritta “Libertas”. Ma ogni stemma ha delle ferree regole da rispettare codificate e controllate appunto dall’Ufficio Araldico sorto in seno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Queste prevedono la presenza dello scudo di tipo “italico” o “sannitico”, di una corona o cerchia turrita per i centri che hanno il rango di città e di un elemento decorativo previsto sotto la forma di due rami di quercia e alloro.

Secondi quanto riferito da Del Bello e Carabba Tettamanti si ha notizia dell’uso di uno stemma da parte della comunità lancianese a partire dal XIV secolo e la più antica raffigurazione pervenutaci sembrerebbe esser quella che si trova sul portale della chiesa di San Nicola nel quartiere Sacca che può essere datata alla seconda metà del XV secolo. Del ‘500 è invece quello scolpito da Oliviero da Lanciano nella lapide oggi murata che si trova nella parte bassa della Torre Civica: sempre del XVI secolo è l’immagine sul pastorale di monsignor Maccafani (oggi visibile al Museo Diocesano). Del 1604 dovrebbe essere anche l’effige disegnata sul frontespizio della Chronologia Urbis Anxani scritta da Giacomo Fella e conservata nella Biblioteca Comunale “Liberatore”. Questa immagine è particolarmente interessante perchè per la prima volta appare il profilo del sole nascente.

Lo stemma cittadino scolpito in un palazzo del centro storico

Del 1758 è il magnifico esemplare in pietra che sormonta la nicchia dell’altare maggiore della cattedrale Madonna del Ponte che risalta per la sua raffinata eleganza. Del 1806 è un sigillo cartaceo con lo stemma civico che si trova apposto su diversi documenti conservati nella Biblioteca “Liberatore” e nell’Archivio di Stato. Di poco posteriore – sottolineano ancora Del Bello e Carabba Tettamanti – è quello in pietra del 1825 forse proveniente dal vecchio municipio ubicato su corso Roma ed oggi visibile all’ingresso del Palazzo di Città. Successive ma sempre ottocentesche sono la raffigurazione che appare in un dipinto con la Madonna del Ponte, opera del pittore Nicola De Angelis, gli stemmi sulle tarsie lignee del confessionale della Cattedrale e quello in pietra collocato sul frontone del Palazzo degli Studi in largo dei Funai.

Lo stemma della Città di Lanciano nelle versione oggi nota compare per la prima volta nell’esemplare in bronzo dorato apposto sul portone della Madonna del Ponte e realizzato tra il 1855 ed il 1860. Questa immagine con la fascia tristellata, la raffigurazione delle colline fa riferimento ad una presunta concessione avvenuta nel 1464 da parte del re Fernando d’Aragona, anche se di tale concessione non si trova nessun riscontro. In realtà questa composizione, come hanno rilevato i due storici durante le ricerche, è il risultato della fusione con lo stemma del governatore Belmonte, che prenderà il sopravvento sull’originale.

Lo stemma realizzato da Annio Lora

Di grande interesse, almeno sotto il punto di vista artistico, è l’illustrazione realizzata da Annio Lora ed in cui l’emblema civico appare circondato da girali con fiori e frutta. Durante il regime fascista allo stemma venne aggiunto il cosiddetto “capo littorio“: di rosso al fascio littorio d’oro circondato da una corona composta da un ramo di alloro e uno di quercia legati ad un nastro. Questo capo prima obbligatorio nell’araldica del Duce venne poi abraso da quasi tutti gli emblemi. In città ne restano due esemplari in un punzone conservato sempre al Diocesano e nell’immagine incisa nel pastorale di monsignor Carinci. Nel dopoguerra. si consolida l’uso dello stemma nelle forme e nei modi che conosciamo con alcune varianti come la lancia (allusione al nome della città ma riferita anche a Longino, il soldato romano forse originario di Lanciano che trafisse il costato di Cristo sul Golgota) che diventa freccia e le colline che diventano monti innevati.

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Comments 1

  1. Benedetto says:

    L’articolo non è molto chiaro .
    Il vecchio e il nuovo stemma quali sarebbero?!?
    Sarebbe interessante conoscere tutta la storia corografica che forse è nel comune di Lanciano .
    Per fare una ricerca degli stemmi del passato, sarebbe il caso di scrivere anche al ministero dei beni Culturali e ambientali (settore archivio di Stato) di Napoli visto che gran parte dell’Abruzzo in passato rientrava nel regno di Napoli.
    Interessante questa lettera scritta dai Lancianesi nel 1643 all’imperatore ferdinando II
    dei medici la lettera scritta in questo PDF:
    https://www.jstor.org/stable/26250351

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