Formalmente la Sevel non esiste più. Dopo il processo di fusione per incorporazione di Sevel in Fca Italy terminato alla fine del 2022, oggi si attendeva il passaggio ai nuovi badge e, anche se al momento nulla è ancora cambiato, i giochi sono fatti. Un cambiamento sì burocratico, ma comunque epocale, soprattutto per quanti, come il giornalista del Messaggero, Mario Giancristofaro, ricordano ancora il giorno dell’inaugurazione dello stabilimento in Val di Sangro, come qualcosa di storico per tutto il territorio.
«Era il 28 novembre 1981, era ancora alta la tensione data dall’uccisione di Aldo Moro da parte delle Br solo tre anni prima ed il livello di sicurezza era massimo – ricorda Mario Giancristofaro -. Tanto che, anche riuscire ad avere un accredito per chi non aveva una grande testata alle spalle era stato difficile». Posti di blocco ad ogni incrocio e controlli serrati, dunque, per l’inaugurazione di un’azienda che, di fatto, era già attiva da un paio di anni prima e contava già circa duemila dipendenti. A salutare l’era della Sevel in Abruzzo arrivarono l’allora amministratore delegato di Fiat, Cesare Romiti, l’avvocato Gianni Agnelli e persino il presidente della Repubblica Sandro Pertini che, poi, a bordo di un pulmino, fece il giro dei vari reparti dello stabilimento di Atessa. «Accanto a me era seduto Enzo Biagi – ricorda ancora Giancristofaro – che fece il suo lavoro senza troppi clamori. Ricordo i discorsi che pronunciarono Pertini, Agnelli e Romiti. Grandi per personalità, rigore e precisione. Tre minuti di interventi, non di più, chiari e precisi, che mettevano anche la loro firma sulla nascita di un polo industriale che sarebbe diventato poi il più importante d’Abruzzo».
Ed il passaggio a Fca Italy, oggi, seppur legato a burocrazia e formalismi, non può che riportare alla mente quei momenti in cui l’Abruzzo sembrava essere davvero al centro degli scenari industriali d’Italia. «Qualche anno prima dei primi lavori iniziati nel 1978, l’avvocato Agnelli sorvolò il nostro territorio con un elicottero e decise che quello era il luogo giusto, così ampio e pianeggiante, ma nello stesso tempo vicino al mare e alla montagna», ci dice Giancristofaro. Ed il giornalista era presente anche quando, nel 2015, ci fu l’ultima visita ufficiale di Sergio Marchionne. «L’ad allora annunciò 700 milioni di euro di investimenti, di cui 550 milioni provenienti da Fiat-Chrysler e 150 milioni dal gruppo francese Psa – dice Giancristofaro -. L’unica vera sfida che Sevel forse non ha saputo cogliere è stata quella di inserirsi e dialogare costantemente con il territorio, restando sempre un po’ in disparte mantenendo sempre un certo distacco».
Con il 2022 è finita l’era della Sevel ed inizia ufficialmente quella di Fca Italy, ma il legame con l’Abruzzo, soprattutto dato dai quasi 6mila dipendenti resta. Fortunatamente.
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