Pittura, disegno, fotografia: sulle tele di “Percezioni”, emozioni, luci e ombre di uomo e società

Pittura, fotografia, illustrazione, disegno. Quattro modi diversi di rappresentare il mondo, quattro sguardi differenti sulle emozioni, sulla società e sull’uomo, uniti dal fil rouge dell’arte. Si potrebbero descrivere così le opere della mostra “Percezioni – Frammenti di Realtà”, esposte dal 6 all’8 gennaio a Vasto, nel Centro Berlinguer. Lavori di quattro artisti vastesi Ottavio Festa, Marcello De Mia, Silvio Cinquina e Daniele Di Biase, che mettono a nudo contraddizioni, luci e ombre della società, in uno spazio sospeso tra sogno e realtà.

Da sinistra: Marcello De Mia, Silvio Cinquina, Daniele Di Biase, Ottavio Festa

Ed è proprio in questa dimensione che si inseriscono i lavori di Ottavio Festa, che in “Percezioni” propone due opere che “osservano” l’uomo e le sue sensazioni da lontano e con discrezione. «Sono quadri diversi che formano un’unica opera intitolata “Bagnanti” – spiega -. Sono “appunti visivi”, che raccontano sensazioni raccolte sulle coste di Baunei, dove risiedo. Ci sono disegni, appunti e vari frammenti che sono stati messi insieme per raccontare una storia che può essere letta in maniera diversa secondo la percezione del fruitore. La seconda serie esposta, invece, si chiama “Abissi” e comprende diverse illustrazioni, realizzate a china e acquerello, attraverso le quali ho trasposto e intuito forme e sensazioni fino ad arrivare ad un’immagine unica. Sono disegni realizzati in una giornata, proprio per avere una continuità e anche un’unica sensazione. Mi piace giocare molto sui colori, sulla soggettività, sulle emozioni».

Dal liceo artistico all’Accademia delle Belle Arti di Urbino, il percorso nell’arte di Ottavio, che da otto anni vive in Sardegna con la compagna Maria Laura e la figlia, oggi guarda al cinema e alla pubblicità. «Lavoro come illustratore professionista, in particolare per cinema e pubblicità – racconta -. In questo campo ho collaborato con diverse agenzie, con cui ho realizzato anche le illustrazioni per i packaging di food e beverage. In campo cinematografico invece, ho disegnato le illustrazioni per “Male Fadàu”, cortometraggio di Matteo Incollu. Realizzo gran parte delle mie opere principalmente a matita, china e acquerello, ma per alcuni lavori mi spingo anche all’acrilico e alla pittura digitale. Inoltre, a Baunei, in Ogliastra, io e la mia compagna gestiamo un bed & breakfast, che è anche la nostra casa e che ha uno studio d’arte dove lavoro ed espongo le mie opere».

Sono una finestra su emozioni, viaggi e cosmo, le tele di Silvio Cinquina che, con la pittura astratta mette a nudo il suo io. «Alcuni di questi quadri – afferma descrivendo le opere esposte – raccontano alcuni dei miei viaggi e per la loro realizzazione ho utilizzato dei degli elementi legati ai luoghi visitati ad esempio, la lava dell’Etna o del Vesuvio o la sabbia della spiaggia. Sono “fotografie” che scatto con la mente e che poi ripropongo su tela. Nasco come pittore astrattista, una tecnica che mi permette di tirare fuori le emozioni, i sentimenti, i paesaggi interiori. Molti dei quadri raffigurano pianeti, paesaggi lunari, galassie, il mio cosmo. Nell’ultimo periodo ho iniziato a realizzate anche dei collage, con i quali mando messaggi più diretti a chi guarda. Questi lavori sono un po’ una critica alla società, a come la viviamo e a come la vedo io. Alcuni sono dedicati al rapporto con la tecnologia, alla dipendenza da Internet che ci scollega dal mondo reale, altri “raccontano” la guerra. Mentre attraverso la pittura tiro fuori i miei sentimenti e le mie sensazioni, il collage è il mezzo che utilizzo per mandare un messaggio chiaro e diretto, per fare una denuncia sociale». Una passione, quella per la pittura, nata e coltivata con lo studo all’Istituto d’arte. Poi, tanti anni a lavorare in giro per il mondo. «Non ho dipinto per moltissimo tempo e sono stato per anni lontano da Vasto. Da quando sono tornato in Italia, soprattutto con l’arrivo della pandemia e dei lockdown, ho avuto più tempo libero e ho ricominciato a dipingere. E sicuramente continuerò a farlo».

A mettere su carta un mondo onirico, anche la china di Marcello De Mia. «La mia poetica – spiega – è quella di descrivere i rapporti umani. soprattutto il “non detto”. Le mie opere sono piuttosto silenziose e i loro protagonisti non parlano tra di loro, ma si guardano e guardano lo spettatore. La tecnica utilizzata è la china e i disegni rappresentano visioni oniriche ma anche degli incubi. Cerco di ritrarre la natura o la miseria umana, non parto da un soggetto prestabilito, e anche i titoli dei lavori sono un qualcosa a cui penso a posteriori. Ultimamente sto affrontando anche il tema del rapporto con i social network, che è un argomento che mi sta molto a cuore e che ho affrontato in diverse opere. È come se guardassimo la vita degli altri attraverso degli schermi, con alienazione e nevrosi che peggiorano di anno in anno, probabilmente proprio a causa di questa interdipendenza con Internet, con il telefono, con lo schermo». Arte che Marcello ha imparato da autodidatta. «Non sono disegnatore di professione, il mio lavoro è un altro, sono biologo e lavoro in un laboratorio. Fino a qualche anno fa ho vissuto, studiato e lavorato a Parigi, ambientazione che fa da sfondo a diverse opere. Dopo la pandemia ho deciso di tornare a Vasto. Per me disegnare è stato dapprima una valvola di sfogo dopo lo studio quando ero all’università. Scoperta questa passione,ho frequentato un corso di disegno a matita per un anno e poi ho deciso di sviluppare la mia tecnica. Adesso la mia vita si divide in due: la mattina lavoro e il pomeriggio lo dedico al disegno, e credo sia proprio mio questo lato artistico ad aiutarmi a tenere in equilibrio tutto quello che faccio».

In mostra anche il mondo visto attraverso la lente della macchinetta del fotografo e videomaker Daniele Di Biase che, in “Percezioni”, ha deciso di presentare il suo progetto dal titolo “People”. «È una raccolta di street photography – spiega – con foto realizzate in giro per l’Europa e per l’Italia, scatti rubati che ritraggono l’uomo nella sua naturalezza, nella sua essenza primordiale. Vorrei trasmettere un messaggio di pace e di uguaglianza, con foto che immortalano soggetti di diverse nazionalità e culture, ma che dimostrino e mostrino che siamo tutti uguali». Una passione, quella per la fotografia che Daniele coltiva sin da bambino, quando si divertiva a giocare con la Yashica di suo padre. «Sono autodidatta – racconta – non ho mai studiato fotografia, ma negli ultimi anni ho scelto di intraprendere questa strada facendo dei corsi per approfondire l’argomento per poi lanciarmi in questo mondo che trovo magnifico. Per questa esposizione, ho deciso di affiancare agli scatti di street photography dei ritratti e una composizione di Polaroid, realizzata appositamente per l’occasione, che ho chiamato “Genesi” e che racconta il punto di partenza di tutto che è quello che è il mio mondo fotografico. Credo che catturare degli attimi e renderli immortali sia una cosa fantastica».

Percezioni - Frammenti di realtà

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Segui gli artisti:
Ottavio Festa – Instagram: ottaviofesta; Facebook
Silvio Cinquina – 5inart: Instagram; Facebook
Marcello De Mia – Instagram: marcellodemia; Facebook
Daniele Di Biase – Instagram: danieledibiase.photographer

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