Quello di ieri sera è stato il primo discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo la rielezione del febbraio scorso. Messaggio a reti unificate che Mattarella ha mandato al Paese dalla Sala della Musica del Palazzo del Quirinale ripercorrendo un anno impegnativo e complesso. Dalla crisi di Governo allo scioglimento delle Camere, fino ad arrivare alle elezioni che hanno portato alla nascita del nuovo esecutivo guidato, per la prima volta nella storia d’Italia, da una donna. «È questa – sottolinea Mattarella – una novità di grande significato sociale e culturale che era da tempo matura nel nostro Paese, oggi divenuta realtà».

Dal presidente il plauso alle forze politiche che nell’arco di pochi anni si sono alternate alla guida del Paese. «Quanto avvenuto – afferma – le ha poste, tutte, in tempi diversi, di fronte alla necessità di misurarsi con le difficoltà del governare. La nostra democrazia si è dimostrata dunque, ancora una volta, una democrazia matura, compiuta, anche per questa esperienza, da tutti acquisita, di rappresentare e governare un grande Paese». E, in occasione del 75° anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione dice: «La Costituzione resta la nostra bussola, il suo rispetto il nostro primario dovere; anche il mio».
E se il 2022 è stato l’anno in cui è tornata ad incombere sull’Europa e sul mondo intero, l’ombra della guerra, al 2023 il Presidente affida gli sforzi «affinché sia l’anno della fine delle ostilità, del silenzio delle armi, del fermarsi di questa disumana scia di sangue, di morti, di sofferenze. La pace è parte fondativa dell’identità europea e, fin dall’inizio del conflitto, l’Europa cerca spiragli per raggiungerla nella giustizia e nella libertà. Non ci rassegniamo a questo presente. Il futuro non può essere questo».

Non manca il ricordo dei difficili anni dell’emergenza sanitaria, con una pandemia, quella del Covid-19, ancora da sconfiggere. «Dal Covid – sostiene– abbiamo tratto insegnamenti da non dimenticare. Abbiamo compreso che la scienza, le istituzioni civili, la solidarietà concreta sono risorse preziose di una comunità, e tanto più sono efficaci quanto più sono capaci di integrarsi, di sostenersi a vicenda. Quanto più producono fiducia e responsabilità nelle persone». Poi, le preoccupazioni fronteggiate dagli italiani negli ultimi mesi. «L’inflazione, i costi dell’energia, le difficoltà di tante famiglie e imprese, l’aumento della povertà e del bisogno. La carenza di lavoro sottrae diritti e dignità: ancora troppo alto è il prezzo che paghiamo alla disoccupazione e alla precarietà. La Repubblica siamo tutti noi. Insieme».
Turismo, modernità, transizione energetica, trasformazione digitale, alcune delle sfide globali da affrontare e vincere. Ma il grande investimento sul futuro è quello sulla scuola, l’università, la ricerca scientifica. «È lì che prepariamo i protagonisti del mondo di domani. Lì che formiamo le ragazze e i ragazzi che dovranno misurarsi con la complessità di quei fenomeni globali che richiederanno competenze adeguate, che oggi non sempre riusciamo a garantire. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza spinge l’Italia verso questi traguardi. Non possiamo permetterci di perdere questa occasione. Lo dobbiamo ai nostri giovani e al loro futuro». E proprio ai giovani si rivolge il presidente parlando della tragedia dei tanti morti sulle strade. «Quando guidate avete nelle vostre mani la vostra vita e quella degli altri. Non distruggetela per un momento di imprudenza. Non cancellate il vostro futuro».
E, rivolgendosi alla popolazione, invita a guardare al domani con uno sguardo nuovo. «Guardiamo al domani con gli occhi dei giovani. Guardiamo i loro volti, raccogliamo le loro speranze. Facciamole nostre. Facciamo sì che il futuro delle giovani generazioni non sia soltanto quel che resta del presente ma sia il frutto di un esercizio di coscienza da parte nostra. Sfuggendo la pretesa di scegliere per loro, di condizionarne il percorso. La Repubblica vive della partecipazione di tutti».
Il discorso di fine anno:
Video e immagini dal sito www.quirinale.i