Lanciano, il 2022 è l’anno in cui la città perde tante pagine della sua Cultura

L’anno che stiamo per salutare si porterà con sé il cordoglio per la scomparsa di tante personalità importanti che nei vari ambiti sociali, culturali e scientifici hanno dato lustro alla città ed alla sua storia, rappresentando al tempo stesso un punto di riferimento per chi seguendo le loro orme, ne ricorda e ne tiene vivi quegli stessi valori e quelle stesse virtù che li animavano in vita. Ricordarli tutti non sarà facile ma proveremo a farlo attraverso i loro impegni e le loro passioni.

Febbraio si è aperto con la scomparsa di Giulio Bomba, presidente regionale dell’Ared e delegato Aned (Associazione dei pazienti nefromatici e dializzati), da sempre impegnato nella difesa dei diritti e dei bisogni dei pazienti emodializzati di cui era spesso la “voce morale” e colui che sapeva farsi portavoce delle loro esigenze. Un impegno civico che Bomba aveva anche nella chiesa e nella sua attività di volontariato in curia e tra le fila dell’Arciconfraternita “Morte e Orazione” San Filippo Neri.

Il giorno di San Valentino, un tragico omicidio si è portato brutalmente via la vita di Francesco De Florio De Grandis, conosciuto da tutti come Ciccillo. Una persona buona, semplice e sensibile grande amante della musica nonché pittore che seppur per diletto, era riuscito a farsi conoscere ed apprezzare grazie allo stile inconfondibile dei suoi quadri. Ma la sua vera, grande passione erano il Carnevale, ed i pupazzi allegorici in cartapesta che sotto le sue mani prendevano vita e colore. Vicario dei monsignori Ghidelli e Cipollone, nonché grande uomo di fede, è stato don Guido Scotti, figura di grande importanza nell’ambiente religioso ma anche culturale di Lanciano. Dopo l’esperienza come insegnante in diverse scuole frentane, don Guido fu responsabile dell’archivio e del Museo Diocesano, importante raccolta d’arte nata anche grazie al suo impegno.

Pilastro del foro frentano e maestro per tanti giovani è stato invece l’avvocato Tito Codagnone, scomparso ad aprile, e per anni consigliere e presidente dell’ordine e del Cofa Abruzzo. Successivamente divenne presidente della Carichieti e della sua fondazione a cui dedicò grande impegno e tempo. Di archivi, storia e tradizioni si occupava invece Nicola Fiorentino, per tanti anni vero custode e cultore del patrimonio dialettale frentano ed abruzzese. Aveva pubblicato numerosi studi e ricerche, collaborando anche con la Rivista Abruzzese, creatura questa forse più celebre di un altro “big” della cultura lancianese, il professor Emiliano Giancristofaro scomparso il 15 giugno scorso. Giancristofaro era una vera istituzione come etnologo, saggista, studioso di folklore ed autentica memoria storica non solo di Lanciano ma di tutto l’Abruzzo. Una vita la sua tutta dedicata a ricerche, studi e convegni, ma contraddistinta anche da un forte impegno civico che lo portò a lottare in difesa della Val di Sangro e dell’Abbazia di San Giovanni in Venere.

Giugno ha visto anche la scomparsa di Giuseppe Carabba, presidente del Tribunale di Lanciano (a lui è dedicata una delle sue aulee) e magistrato di altissimo livello nonché erede di una importante famiglia protagonista della storia culturale di Lanciano. Carabba è stato un magistrato riservato, lontano dai clamori, distante dalle vicende quotidiane perché immerso nel suo ruolo con grande operosità ed impegno, in una professione come quella di magistrato che per lui era diventata una vera e propria missione. Luglio si è portato via l’estro, l’arte e le note del maestro Remo Vinciguerra, musicista che ha dato lustro alla città diffondendone il nome in giro per l’Italia e il mondo. Esperto di didattica musicale per bambini, Carabba ha curato numerose pubblicazioni e libri esibendosi parallelamente in concerti e festival tra i più prestigiosi del panorama musicale. Di musica viveva un’altra grande istituzione della nostra città: Lucio Venditti che con la sua omonima e storica ditta, è stato per anni la voce di Lanciano raccontando grazie alle trombe del suo negozio di corso Trento e Trieste personaggi, fatti e vicende. Eleganza, disponibilità e signorilità erano il suo marchio di fabbrica e le caratteristiche con cui tanti tra giovani ed adulti continuano a ricordarlo e con cui ti guidava nell’acquisto di un disco o di una chitarra.

Medicina e pallone, lavoro e sport erano il particolare mix che animavano invece il dottor Dante Liberatore, scomparso il 30 agosto scorso e per tanti anni dentista e volto amico del nosocomio frentano. Liberatore fu tra i fautori della rinascita del calcio cittadino che sotto la presidenza di Stefano Mercadante prese la denominazione di Lanciano ’90, diventando prima dirigente accompagnatore dei frentani, spostandosi poi anche sulla panchina per un breve periodo di tempo. Più di un semplice frate cappuccino, era invece padre Lorenzo Polidoro, scomparso a Chieti lo scorso 22 dicembre ma per trentacinque anni fino al 1995, amico, fratello, e guida spirituale della parrocchia di San Pietro Apostolo. La sua lunga e folta barba bianca, le sue omelie semplici ma ficcanti, erano il marchio di fabbrica di un religioso che amava i giovani per i quali creò l’ostello della Gioventù di Rosello e la polisportiva Spal.

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *