Gratitudine, conversione, pace: la tradizione della Squilla torna ad accendere la speranza

Un fiume di persone quello che ieri, venerdì 23 dicembre, si è riversato per le strade di Lanciano per partecipare alla cerimonia della Squilla. I due anni di stop a causa delle restrizioni dovute alla pandemia si sono fatti sentire, e l’appuntamento dell’antivigilia ha visto la partecipazione di un gran numero di persone pronte a rivivere la tradizione.

Il 2022 ha segnato anche il ritorno della processione da piazza Plebiscito fino alla chiesa dell’Iconicella. Qui, i fedeli hanno assistito alla benedizione del vescovo monsignor Emidio Cipollone, per poi partecipare alla fiaccolata di ritorno verso piazza Plebiscito, dove hanno ascoltato il suono della campana della Torre Civica.

«Questo è un momento di ripartenza dopo tre anni di assenza in cui la Squilla è continuata in modo simbolico con le preghiere alla Vergine, affinché potesse aiutarci a mantenere accesa la lampada della speranza – ha detto il vescovo -. La fiamma della speranza è quella capace di riaccendere anche la fede, l’amore e la pace. Se la speranza manca, il nostro mondo non è capace di rispondere positivamente a quello che accade, se la speranza manca intorno a noi crescono la violenza, la chiusura, le guerre. La speranza ci aiuta a riallargare i nostri orizzonti, a ridar fiato ai nostri polmoni, a ridare luce ai nostri passi.

Vorrei condividere con voi tre parole, che in questo periodo Papa Francesco non perde occasione di ricordare: gratitudine, conversione, pace – ha aggiunto il presule -. I tempi non sono facili, le situazioni sono complesse e alcune di esse non risolte, dalla pandemia alla guerra. Stasera nel nostro cuore deve nascere la perla della gratitudine».

La Squilla

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