Approda venerdì 4 novembre alle ore 21 al Fenaroli di Lanciano, ad apertura della stagione teatrale 2022-2023, Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, lo spettacolo ideato da Paolo Rosato sul testo di Remo Rapino, vincitore del Campiello 2020. Prodotto dal FLA—festival d libri e altre cose, dall’associazione Culturale Profumo di Scena, in collaborazione con il Conservatorio Casella dell’Aquila, è portato in scena dalla Compagnia Teatrale Ennio Flaiano® di Pescara. Sul palco Remo Rapino, nelle vesti di Liborio, Rossella Mattioli, voce recitante e attrice, Dario Flammini fisarmonica, con le musiche originali di Paolo Rosato. Drammaturgia e regia sono di Rossella Mattioli.
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Sarà dunque la musica di una fisarmonica ad accompagnare Liborio in una “lettura spettacolare” con cui questo originale personaggio si presenterà al pubblico da punti di vista e focalizzazioni differenti e che assumeranno toni e colori varii: dal distaccato, esterno, della lingua italiana, all’interno, emotivamente compromettente del dialetto lancianese. L’alternarsi —di shakespeariana memoria— di divertimento e commozione, gioia e amarezza, aulico e volgare, è in un rapido susseguirsi di stati d’animo nella narrazione e, di conseguenza, anche nella drammaturgia, nel dislocarsi delle scene e nell’atteggiarsi variegato degli interpreti, secondo una regia meticolosamente calcolata. Presente nella lingua stessa, questo dualismo viene ripreso dalla musica, in cui si mescolano elementi colti, di derivazione classica, e tratti popolareggianti e canzonettistici. Un pezzo inizia in un modo e poi va a finire in un altro, un po’ come è successo a Liborio, che si chiede «come mai sta coccia mia da quasi normale s’è fatta na cocciamatte, tutta ‘na matassa sgarbugliata fuori di cervello. Che poi è come se uno cammina dritto e di botto a un bivio tutto storto come una serpe gli s’intreccia la sguardatura e cambia strada che manco se ne accorge…» Un fondo di malinconia è, comunque, sempre presente in Liborio, come testimonia tra l’altro l’ossessiva ricerca del padre, mai conosciuto, e di cui la madre gli raccontava di avere ripreso, identici, gli occhi. Ecco allora il valzer “allegro, ma anche triste”, ed un canto come “O bella ciao” dai toni fortemente evocativi e malinconici.
Alla lettura, che, come detto, assume toni progressivamente cangianti, dal perfetto italiano al dialetto lancianese, si alternano scene in cui prendono corpo alcuni personaggi femminili – la madre, la prostituta Nerina, la prima fidanzata Giordani Teresa – sotto forma di improvvisazioni condotte sulla falsariga del testo di Rapino e sostenute dalla musica e da movenze a volte quasi di danza.
Lo spettacolo di Liborio verrà messo in scena a Lanciano, patria di Rapino e Rosato, dopo i successi di critica e di pubblico fatti registrare nella scorsa edizione del FLA di Pescara, a novembre 2021, e nella 40° edizione dello Spoltore Ensemble, ad agosto 2022.