La “giungla” nel Buonanotte e il rischio alluvioni, «Preoccupati, chiederemo incontro alla Regione»

Il letto del torrente Buonanotte come una giungla preoccupa cittadini e istituzioni. Tornano d’attualità le condizioni del corso d’acqua che delimita i territori di Vasto e San Salvo e che, nel 2015, straripò causando l’allagamento della parte più a nord di San Salvo Marina.
La situazione ripropone nuovamente le criticità comuni in tante, troppe, parti d’Italia, tipiche degli insediamenti realizzati nelle immediate vicinanze di fiumi e torrenti che, pur sporadicamente, possono dar vita a repentini allagamenti (flash floods in meteorologia) dagli effetti drammatici. Il Buonanotte, con gli argini cementificati, in questo tratto finale, dopo il passaggio sotto la Statale 16, è incastonato tra abitazioni sulla sponda destra in territorio di San Salvo e camping su quella sinistra di competenza vastese. È difficile immaginare oggi il ripristino delle condizioni pre-costruzione di condomini e palazzi, così si cercano soluzioni-tampone non sempre sufficienti.

Gli ultimi interventi risalgono a cinque anni fa, da allora la vegetazione ha preso il sopravvento e oggi si teme che possa ostacolare, in caso di piena, il deflusso dell’acqua verso il mare causandone nuovamente lo straripamento. La specie maggiormente presente è quella della canna comune nota per la sua invasività, gli esemplari più alti ormai superano il ponte della pista ciclabile.

Il tratto finale del Buonanotte

L’ALLAGAMENTO DEL 2015 – Nel primi giorni del marzo 2015, le precipitazioni particolarmente violente e prolungate causarono un’ondata di piena che superò gli argini riversandosi soprattutto sulla riva destra allagando i vari complessi residenziali presenti, alcuni dei quali costruiti sotto il livello del mare. Quello delle Nereidi fu il più colpito dove l’acqua, mista a fango, superò abbondantemente il metro di altezza provocando ingenti danni ad attività commerciali e garage; decine di persone furono evacuate dalle abitazioni con una pala meccanica. Gli effetti, non mancarono né sulla sponda sinistra – con il camping adiacente alla pista ciclabile completamente allagato – né in tratti più a monte come all’incrocio San Salvo-Vasto-Cupello della strada provinciale che collega le due città, dove alcuni locali furono invasi da fango e acqua.
L’alluvione fu imputata all’assenza di manutenzione del torrente e l’allora presidente del consiglio comunale di San Salvo, Eugenio Spadano, puntò il dito contro i lavori di pulizia del canale, di competenza del Consorzio di bonifica sud, rallentati da alcuni ricorsi.

L’allagamento del marzo 2015

LA PULIZIA E IL SEQUESTRO – Una storia travagliata quella del modesto corso d’acqua. Gli interventi di “ripulitura delle sezioni di deflusso della parte terminale del torrente Buonanotte” furono autorizzati dopo un lungo iter burocratico nel luglio 2017 per un importo di 142mila euro appaltati dal Comune di San Salvo. Poco dopo l’inizio dei lavori, nel successivo autunno, la forestale sequestrò un’ampia area (zona Sic) a ridosso della spiaggia vastese sulla quale erano state riversate tonnellate di materiali provenienti dalla pulizia dell’alveo del Buonanotte – fango, rami, detriti e scarti di vegetazione – che lì rimasero fino al maggio 2018, quando la magistratura vastese ne autorizzò la rimozione.

Il Buonanotte nel 2017, dopo la pulizia

«SIAMO PREOCCUPATI» – L’attuale stato del torrente non è passato inosservato tra chi ha già vissuto l’alluvione del 2015, soprattutto alla luce del peggioramento delle precipitazioni piovose diventate ben più violente anche a causa dei cambiamenti climatici.
I timori sono rilanciati dalle parole di Spadano, oggi vicesindaco con delega ai Lavori pubblici: «Siamo preoccupati – dice a Chiaro Quotidiano – perché si sta tornando alla situazione pre-alluvione. Ne abbiamo già parlato all’interno dell’amministrazione e c’è l’intenzione di chiedere un incontro alla Regione e al Consorzio di bonifica per capire come ci dobbiamo muovere e chi deve farlo perché nel 2015 i lavori, cofinanziati dalla Regione, furono svolti dal Comune di San Salvo come ente appaltante. Vogliamo evitare di tornare a una situazione come quella di allora che fu un dramma, tra l’altro qualcuno sta ancora aspettando i risarcimenti. Parliamo di danni economici e rischi per persone e attività, speriamo quindi di incontrare a breve la Regione».

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