Sei ottobre, Lanciano ricorda i suoi martiri nel 79esimo anniversario della rivolta

È il tiepido sole di inizio ottobre che accompagna le celebrazioni per il 79esimo anniversario della rivolta del 6 ottobre 1943 quando, un gruppo di giovanissimi lancianesi decise di opporsi con le unghie e con i denti all’invasore tedesco mettendo a rischio la propria vita e guadagnandosi poi la medaglia d’oro al valor militare. Ed ogni anno Lanciano, nei giorni che ricordano la rivolta, si ferma a riflettere sul valore della parola “libertà” e di come da allora, per ogni lancianese, abbia un senso tutto particolare.

Dopo le prime due tappe della commemorazione, in piazzale Dellarciprete con la deposizione della corona d’alloro al cippo dedicato al colonnello Michele De Pasqua e in piazza Plebiscito con il momento di riflessione davanti al rinnovato Monumento ai Caduti, il corteo, con in testa gli alunni della scuola elementare “Eroi Ottobrini”, risalendo Corso Roma, è arrivato in piazza Martiri Lancianesi per il momento commemorativo finale.

«La memoria non è una disciplina, ma un esercizio collettivo da fare e rifare ogni giorno perché, come ha affermato Primo Levi, se è accaduto una volta, può accadere di nuovo e sta a noi non permetterlo». Così il sindaco di Lanciano, Filippo Paolini, dopo dieci anni, è tornato a ricordare i martiri lancianesi con la fascia tricolore, di fronte al monumento dedicato agli eroi ottobrini.

Una manifestazione come sempre partecipata e sentita in cui, l’orchestra della scuola media Mazzini ed il coro della scuola elementare Eroi Ottobrini diretti dal maestro Andrea Di Mele, ha fatto da eco ai ricordi dei più anziani o ai racconti dei nonni di ciò che accadde 79 anni fa.

«Siamo davvero consapevoli di cosa stiamo facendo qui oggi? – chiede e si chiede la presidente dell’Anpi sez. di Lanciano “Trentino La Barba”, Maria Saveria Borrelli – Siamo ad interrogarci sul valore della libertà e su come noi siamo i figli di quel sacrificio e dobbiamo sempre tenerlo a mente. I morti sono tutti uguali? Io non credo. – ha detto nel suo discorso – Ed è giusto continuare oggi a porre l’accento su cosa sia l’antifascismo perché sono quelli gli ideali da difendere, soprattutto nel modo di oggi».

Accorato, sentito e calato perfettamente negli anni che stiamo vivendo, il discorso di Michele Petraroia, rappresentante nazionale Anpi, per la prima a volta a Lanciano in occasione delle celebrazioni per il 5 e 6 ottobre. «Non siate gelosi della vostra storia. Il prossimo anno ci sarà l’ottantesimo anniversario della rivolta, – ha ricordato – condividete questa gloriosa pagina della vostra Lanciano con il resto d’Italia, è giusto che tutti conoscano l’immenso sacrificio dei vostri giovani». Ed ha parlato di coesione, cooperazione e pace Petraroia, «in un mondo in cui le guerre sono purtroppo all’ordine del giorno e alle porte di uno degli inverni più difficili che ci apprestiamo a vivere, solo la fratellanza può salvarci. Quella di ieri e quella di oggi. Onore ai vostri martiri», ha concluso.

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