Paolini: «Questo corso è stato un errore»

«Questo corso è stato un errore, è inutile nascondersi dietro un dito», a dirlo è il sindaco Filippo Paolini, pochi giorni dopo l’incontro tra le parti convocato dal ctu del tribunale di Lanciano per risolvere le beghe giudiziarie – e logistiche – che vedono come triste e incolpevole protagonista corso Trento e Trieste, tanto bello quanto fragile.

«Nei nostri magazzini abbiamo ancora a disposizione 731 metri quadri di mattonelle utili a riparare il corso. Per questo vedete i nostri tecnici al lavoro, per capire fin dove arrivano questi 700 metri quadri, poi chissà», afferma il sindaco. Sì chissà, dal momento che quel particolare tipo di mattonella in grès è ormai fuori produzione, quindi una volta terminate le scorte comunali, si dovrà guardare oltre. Sì, ma dove? Poco male verrebbe forse da dire, dal momento che, così come scritto nella relazione tecnica dello stesso ctu, la stessa mattonella risulterebbe «inadatta per riparare i tratti carrabili» nelle intersezioni con via De Crecchio e via Dalmazia perché soggetta a nuova rotture certe. Così come accaduto negli ultimi anni, dopotutto. Dove transitano le auto, quindi, si sta già pensando ad una soluzione alternativa che possa essere sicura, resistente e salvaguardare il disegno iniziale e non snaturare l’opera.

Durante le serate delle Feste di Settembre scompariranno anche le auto degli sponsor dal tratto con la nuova pavimentazione. Sì, per accogliere le richieste di cittadini e commercianti, ma anche perché «su quel corso a mala pena si può camminare in pantofole, figuriamoci con le auto». Sono al vaglio soluzioni anche per salvare la riuscita della tradizionale sfilata del Dono, con carri e trattori che dai Viali arrivano giù in piazza Plebiscito, transitando proprio sul corso.

«Sicuramente a breve, una volta capito come andare avanti, convocheremo una conferenza stampa – conclude Paolini – in cui, carte alle mano, daremo conto ai cittadini di quanto ancora costerà loro questo corso pensato male e realizzato ancora peggio». Oltre il milione e 300 mila euro della realizzazione iniziale, ovviamente.

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