Cerratina, «dobbiamo fare presto o tra tre anni saremo in emergenza»

«Dobbiamo correre altrimenti nel 2025 avremo un serio problema con lo smaltimento del rifiuto indifferenziato». Così Massimo Ranieri, presidente Ecolan, società a partecipazione pubblica che gestisce la raccolta rifiuti in 71 comuni, entra nel dibattito sull’ampliamento della discarica di Cerratina. I nuovi volumi del sito della zona industriale di Lanciano sono tornati in prima pagina perché proprio ora, nel consiglio regionale, si sta discutendo della ridistribuzione delle volumetrie non attuate dal 2018 nelle tre discariche pubbliche abruzzesi di Sulmona, Cupello e Lanciano, appunto.

Massimo Ranieri, presidente Ecolan

Una disquisizione, ampliamento sì ampliamento no, al centro del dibattito politico da oltre due anni ma che ora, almeno in parte, sembra essere giunta al capolinea. «Ampliare la discarica è una necessità. – dice Ranieri – Cerratina ha una capacità residua di 120mila mq che, tradotto temporalmente, equivale a due anni. Stessa sorte per la capacita complessiva regionale che andrà ad esaurirsi a marzo 2025. Per cui no, non c’è più tempo da perdere e, a dirla tutta, siamo già in ritardo». Già, perché anche con l’approvazione odierna, tutto l’iter procedurale per realizzare l’ampliamento richiede comunque tempistiche lunghe, stimate in 24 mesi circa, praticamente a ridosso della deadline regionale fissata alla primavera 2025.

«L’ipotesi attuale prevede un ampliamento di circa 500mila mq che nulla a che vedere con il vituperato progetto della discordia di due anni fa. – precisa ancora il presidente Ecolan – Ma se oggi ci troviamo in questa situazione di emergenza è anche per le non scelte, oggi non più rinviabili, fatte negli anni passati». Dai dieci ettari previsti allora, si passa ai cinque «prevedendo una cospicua parte del sito da dedicare interamente ai rifiuti completamente non recuperabili, sarebbe la prima in Italia», dice Ranieri.

Nel cerchio rosso, l’area destinata all’ampliamento

L’ampliamento della discarica di Cerratina, in un contesto in cui si sceglie di preferire il recupero della materia agli inceneritori, risulta quindi oggi essere necessario più che mai ma non solo per una questione ambientale. «Le ricadute sarebbero anche dal punto di vista economico perché trasportare i rifiuti fuori regione triplica i costi. E una volta esausto il sito originario di Cerratina – spiega Ranieri – abbiamo in mente diversi progetti per renderlo una comunità energetica a tutti gli effetti». La nuova sfida di Ecolan, infatti, sarà proprio quella di diventare una società multiservizi che, grazie a nuovi progetti ed impianti come quello del biodigestore, possa produrre e fornire energia alternativa.

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