L’Altra Italia e lo strano caso dei candidati “in trasferta” nei piccoli Comuni, «Così evitiamo che governino sempre le stesse famiglie»

In corsa alle elezioni a centinaia di chilometri dal proprio comune «per mettere fine alle solite candidature che talvolta si tramandano tra parenti». È la quantomeno originale motivazione che ha spinto la coalizione Rinascita Italia a presentare una lista a Castelguidone per la tornata elettorale del prossimo 12 giugno. Di candidature anomale negli anni ne abbiamo viste numerose, questa volta la circostanza assume il carattere di eccezionalità perché la lista è l’unica presente, nessuno dei cittadini del posto intende amministrare il paese. Il sindaco degli ultimi dieci anni, Donato Sabatino, ha deciso di non ricandidarsi per motivi lavorativi e nessuno si è fatto avanti al suo posto.

A spiegare a Chiaro Quotidiano le ragioni di un impegno così gravoso – almeno sulla carta – è Saverio Siorini, vicesegretario nazionale di L’Altra Italia, uno dei movimenti all’interno della coalizione insieme a Destra Italiana, Movimento Diversamente Abili e Movimento per l’Italia Sociale. Lo stesso movimento politico è finito qualche mese fa in un’inchiesta della guardia di finanza di Padova, coordinata dalla Procura di Rovigo, su candidature all’insaputa delle persone in lista scattata dopo alcuni servizi di Striscia la notizia.
Le liste del movimento sono presenti soprattutto nei comuni al di sotto dei mille abitanti dove non è necessario presentare le firme a sostegno delle candidature. «Il nostro movimento – dice Siorini – è riconosciuto a livello nazionale, siamo presenti in tutta Italia. Quella dei piccoli comuni è una scelta, qui spesso e volentieri i candidati sono sempre gli stessi o, addirittura, i parenti. Quando entriamo in questi piccoli comuni andiamo a interrompere la continuità di un rapporto famigliare e quindi andiamo a capire perché sono sempre le solite famiglie che si candidano, che maneggiano gli interessi di tanti cittadini».

Il caso di Castelguidone è emblematico del disimpegno dei cittadini dalla politica. La vicenda si chiuderà molto probabilmente il 12 giugno con il mancato raggiungimento del quorum (sceso da un anno al 40%) e il successivo commissariamento; quella della lista capeggiata da Guglielmo De Sanctis e composta per lo più da pugliesi sembra destinata a restare una fugace apparizione nel panorama politico dell’Alto Vastese, ma non sono mancati casi in cui i candidati in trasferta sono stati eletti. È il caso dello stesso Siorini, commerciante di San Giovanni Rotondo (Foggia), che insieme ad altri due della lista è stato eletto con soli 11 voti in un comune di 500 residenti in provincia di Potenza (Carbone).
«Cerchiamo di avanzare e allargarci sul territorio – continua Siorini – L’obiettivo principale è quello di portare i nostri migliori candidati ad amministrare il bene pubblico e a far conoscere le capacità di questo movimento. Siamo presenti anche nei municipi di Torino, di Roma, in provincia di Rieti. Andiamo a rompere quella diga che si è creata con la parentopoli all’interno delle piccole comunità proprio per portare a conoscenza di tanti cittadini ignari di quello che può succedere all’interno degli uffici chiusi a chiave di come si gestiscono il bene pubblico e gli interessi e i sacrifici dei cittadini».

Castelguidone

L’asse dell’Altra Italia è decisamente spostato a destra, «una volta si diceva estrema destra, adesso la chiamiamo destra sovranista a tutela del proprio territorio – spiega il vicesegretario che è stato tra i fondatori della Lega Salvini in Puglia e vanta una militanza nei Nar di Roberto Fiore – Noi cerchiamo di tutelare gli interessi di tutta quella gente che non ha voce». Siorini ci tiene a sottolineare che non si tratta di una di quelle liste di appartenenti alle forze dell’ordine: «Alcuni agenti di custodia ci hanno chiesto di entrare nelle nostre liste per ottenere quei famosi trenta giorni di aspettativa, ma abbiamo rifiutato anche perché da quando ho preso io in mano il partito, le cose sono nelle massima trasparenza e ne rispondo io».

Nonostante i candidati siano residenti a centinaia di chilometri (nell’analoga lista presentata a Montelapiano il candidato sindaco è di Manfredonia), il responsabile del movimento assicura impegno in caso di elezione e alla domanda se li si vedrà in paese già per i comizi risponde «Troveremo uno spazio da dedicare alla campagna elettorale anche perché dovremo portare i manifesti».

Stranezze primaverili di un impegno politico sempre più complesso e raro nei piccoli Comuni montani e dell’entroterra.

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