«La variante potrebbe destabilizzare il costone e far franare il centro storico»

I precari equilibri del costone orientale potrebbero essere spezzati da un’opera impattante come la variante alla Statale 16. A sostenerlo è il geologo Luigi Di Totto, autore dello Studio di Microzonazione Sismica di Livello 1 della Città del Vasto che in una lettera al sindaco Francesco Menna sottolinea uno degli aspetti a suo dire sottovalutati in questa vicenda, lo storico dissesto idrogeologico che incombe su tutta l’area. La zona, com’è noto, è interessata da piccoli e grandi movimenti franosi che anticamente le hanno conferito l’attuale conformazione (come spiega anche Luigi Murolo nel nostro servizio video).

Di Totto pone l’accento sulle conseguenze disastrose che un intervento impattante potrebbe avere sull’intero centro storico a causa delle deformazioni gravitative profonde di versante che coinvolgono il costone orientale: «Desta non poca meraviglia l’assenza di un’attenta valutazione, nel dibattito in corso e negli interventi che hanno avuto luogo nell’incontro in oggetto, della problematica inerente la reale pericolosità idrogeologica dell’area interessata dai lavori, perché si è fatto spesso riferimento ad essa in maniera generica, focalizzando l’attenzione ad un tipo di dissesto localizzato esclusivamente lungo il versante: si tratta di un’impostazione fuorviante e foriera nei fatti di esiti drammatici per il territorio interessato, in quanto le aree di frana che interessano il costone orientale di Vasto sono note in letteratura come Deformazioni Gravitative Profonde di Versante (D.G.P.V.). Si tratta di grandi frane che interessano l’intero versante, dalla zona alta del centro abitato fino alla linea di costa. I corpi di frana presenti in quest’area sono molteplici e solo una parte di essi è a noi nota, come la frana del 1816 e quelle più recenti del 1919, 1944 e 1956. Numerose altre frane, di cui sono evidenti le tracce morfologiche, sono più antiche, ma non note in letteratura e sono una chiara testimonianza del fatto che il costone orientale di Vasto ha un’attività secolare, tipica delle Deformazioni Gravitative Profonde Di Versante». 

«Queste frane hanno la caratteristica di essere legate all’assetto geologico dell’area interessata, di avere un’attività di lungo periodo (perenne, secolare), di essere di grandi dimensioni e di alternare periodi di bassa attività a periodi di attività di frana. È da rimarcare che si tratta di frane di grandi dimensioni, che hanno superfici di scivolamento profonde e complesse, per le quali non esistono opere in grado di trattenerle. L’unica azione possibile è quella di mitigarne il rischio tenendo asciutta l’area. I vastesi sanno bene cosa vuol dire convivere con questa Spada di Damocle, tant’è vero che nessun sindaco è stato esente dall’occuparsi di far realizzare opere piccole e grandi per mitigare il rischio di frana del costone orientale. Inoltre, data l’instabilità dell’area, nella migliore delle ipotesi sicuramente al costo di realizzazione dell’opera si dovranno aggiungere i costi di mantenimento della stessa che sarebbero sicuramente esorbitanti rispetto ai benefici della deviazione». 

«Alla luce di quanto sopra esposto – conclude il geologo – porre in atto un’opera che tagli trasversalmente il versante interessato da frane del tipo sopra descritto è assolutamente da evitare, perché la nuova statale andrebbe a rompere i precari equilibri del versante e potrebbe anche innescare il franamento del Costone di Vasto alta con tutto il centro storico. A questo punto mi chiedo e le chiedo, vale la pena mettere a rischio concreto di frana la nostra Vasto per 700 metri di deviazione?».

Per quanto riguarda l’iter autorizzativo, domani è in programma il consiglio comunale che si esprimerà con il voto contrario che sarà poi portato alla conferenza di servizi del prossimo 6 aprile. Italia Nostra del Vastese, Forum Civico Ecologista, Cai – sezione di Vasto, Arci Vasto, Club per l’Unesco di Vasto e Fai  – Delegazione di Vasto hanno sottoscritto la lettera di Di Totto chiedendo al sindaco di presentarla all’appuntamento in Regione.

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