La Pilkington alla ricerca di soluzioni per risparmiare sull’energia. È stato presentato al ministero della Transizione ecologica il progetto di efficientamento energetico con miglioramento ambientale della centrale Cogenio che produce energia elettrica e termica usata nei processi produttivi. Il 22 febbraio scorso è stato avviato l’iter per la verifica di assoggettabilità a Via (Valutazione d’Impatto Ambientale).
L’impianto esistente è composto da quattro motori endotermici alimentati a gas naturale e due turbine (una a gas e una a vapore). Il progetto prevede l’incremento di circa il 3% della potenza termica installata che passerà dagli attuali 63,5 Mw termici a 65,3. Con alcuni accorgimenti previsti negli interventi sottoposti ad autorizzazione la società mira a risparmiare energia elettrica. Quella del risparmio energetico è un’esigenza pressante acuitasi nelle ultime settimane, basti pensare che a inizio febbraio i rincari pesavano fino a quel momento 7 milioni di euro in più in bolletta ogni mese, con il successivo conflitto in Ucraina lo scenario è peggiorato.
Il progetto redatto dalla Tauw (società ingegneristica di Milano specializzata in progetti sostenibili) per la Cogenio (che ha realizzato la centrale) prevede il potenziamento dei due motori di recente sostituzione e l’installazione di un nuovo assorbitore a vapore «che consentirà l’efficientamento dei consumi di Pilkington – si legge nello studio preliminare ambientale – che oggi impiega energia elettrica per il funzionamento dei chiller (refrigeratori) destinati alla produzione di acqua refrigerata. Nella nuova configurazione sarà sfruttato il vapore oggi dissipato dalla centrale di generazione per soddisfare il fabbisogno di produzione di acqua refrigerata, mettendo in riserva i chiller oggi operanti». Eventuali osservazioni sono presentabili entro il prossimo 21 aprile.
Il tema energetico è drammaticamente attuale per le realtà produttive, soprattutto per la Pilkington. La fabbrica che produce vetri per auto – insediatasi negli anni Sessanta a San Salvo grazie alla scoperta dei ricchi giacimenti di metano a Montalfano – pur con un’attività produttiva ridotta al minimo non può spegnere i forni float per risparmiare, farlo significherebbe decretare la morte di questi impianti. Una situazione simile si verificò durante il lockdown quando i forni produssero vetro da rottamare. Da qui, quindi, l’esigenza di efficientare il consumo energetico e cercare di diversificare l’approvvigionamento: in questa direzione l’azienda ha sposato il progetto Arap per la produzione di idrogeno verde.
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