Anche la scuola secondaria di primo grado Raffaele Paolucci di Vasto ha celebrato oggi la XXVII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. 150 studenti hanno dato vita a un flash mob nel cortile dell’istituto, in contemporanea con decine di altre scuole in Italia e con le manifestazioni che si sono svolte in tante piazze. «Le classi che in questi mesi hanno lavorato sull’argomento sono state moltissime, poi oggi chi non è potuto scendere ha seguito in classe la diretta Rai sulle manifestazioni svolte in tante città italiane. Con il coordinamento dal Dipartimento di Lettere, in particolare della professoressa Valeria Scavo, si è voluto dare rilievo ad una importante ricorrenza annuale per sensibilizzazione e mobilitazione gli studenti, in ricordo delle vittime delle mafie in Italia e nel mondo organizzata a partire dal 1996 dalla rete di associazioni antimafia Libera. L’iniziativa nasce dal dolore di una mamma che perse il figlio nella strage di Capaci e non sentì pronunciare mai il suo nome. Un dolore che diventò insopportabile perché non si può negare alla vittima anche il diritto di essere ricordata con il proprio nome. Dal 1996, ogni anno, una città diversa, un lungo elenco di nomi scandisce la memoria che si fa impegno quotidiano», spiega una nota della scuola.
I ragazzi della Paolucci con le bandiere della pace, con manifesti anche appesi alle finestre della scuola, hanno letto alcune loro riflessioni, sottolineando l’importanza della memoria e di quanto sia importante dare voce a tutti i caduti nella lotta alla mafia, denunciando l’esistenza delle organizzazioni mafiose. Li hanno pronunciati tutti e 1032, in un clima di grande emozione e attenzione, i nomi delle persone, famose, altre poco note, altre sconosciute, alcuni hanno avuto giustizia, su altri invece non si è mai arrivati ad una verità processuale, tutte persone importanti, tutte vittime innocenti di mafia. Persone che si impegnavano ogni giorno nelle loro varie professioni e che hanno pari dignità alla memoria.
«Leggere quei nomi, scandirli con cura è stato il modo dei ragazzi per far rivivere quelle donne e quegli uomini, quelle bambine e quei bambini, per non far morire le idee e l’esempio che hanno testimoniato, per tenere viva la memoria di chi si è ritrovato sulla traiettoria di una pallottola non destinata a loro», sottolineano dall’istituto.
La dirigente scolastica Sandra Di Gregorio, partecipando alla manifestazione ha evidenziato «quanto questo percorso formativo, che è iniziato l’anno scorso con la creazione, nella ricorrenza del 23 maggio, dell’albero di Giovanni Falcone, arricchito con tante riflessioni legati all’impegno sociale, alla memoria e alla speranza, sia stato importante per approfondire le tematiche sempre attuali e importantissime della legalità. Un cammino che comincia sui banchi di scuola e che comprende il rispetto per noi stessi e per gli altri, il proprio impegno, la propria speranza, la voglia di rinascita che diventa testimonianza, perché alla memoria di ognuno di loro va l’impegno degli studenti, un impegno quotidiano per la legalità».