L’affondo di Mariotti: «Noi la vera discontinuità con il centrodestra, di là aggregazioni di vecchia memoria»

«Noi siamo una coalizione omogenea, l’unica che può dare a San Salvo discontinuità con questa amministrazione di centrodestra». Il chiaro riferimento di Giovanni Mariotti è agli ultimi sviluppi del quadro politico in vista delle prossime Amministrative sansalvesi con Fabio Travaglini che ha incassato l’appoggio dei due ex assessori della giunta Magnacca, Tonino Marcello e Fabio Raspa.

L’occasione è stata la conferenza stampa che, stamattina, la coalizione a sostegno di Mariotti (le tre liste Cambiamo San Salvo, Democratici per San Salvo e Avanti San Salvo) ha tenuto per ribadire alcuni concetti e rispondere a distanza a quanto sta avvenendo nell’altra formazione di centrosinistra.
Il matrimonio con i due ex assessori è visto come un ostacolo a una vera discontinuità: «Il nostro preciso impegno – ha sottolineato Mariotti – è mettere fine a questa amministrazione di centrodestra che ci lascia una disastrosa eredità. La città è ridotta a un dormitorio». Ancora più esplicito Osvaldo Menna: «Marcello e Raspa erano due pedine fondamentali della giunta di centrodestra occupandosi di turismo, sport e sicurezza. Sappiamo tutti che la sicurezza è latente, così come il turismo. Lo sport? Ci sono due impianti le cui tribune non sono praticabili».

Capitolo alleanze: in dirittura di arrivo ci sarebbe quella con il Movimento 5 Stelle, ma «il dialogo è ancora in corso così come con altri movimenti e associazioni». Nella sede elettorale di Mariotti si è fatto vedere anche Antonio Turdò, l’onnipresente candidato di tutte le elezioni di qualsiasi ordine degli ultimi anni. Qualche mese fa ha firmato un comunicato del redivivo M5S sansalvese annunciando che avrebbe preso parte alle elezioni suscitando qualche malumore in alcuni rappresentanti regionali del partito.

Allo stesso tavolo c’erano Giovanni Mariotti, Gabriele Marchese e Osvaldo Menna, protagonisti della caduta dell’ultima giunta di sinistra della città (il secondo, da sindaco, revocò gli incarichi agli altri due). A precisa domanda sul rischio di un’eventuale, simile, instabilità in caso di vittoria, la risposta è secca: «La domanda dovrebbe essere rivolta all’altro schieramento, lì ci sono i veri autori di quella crisi. Noi siamo omogenei, sappiamo da dove arriviamo e come obiettivo abbiamo il bene comune. Da altre parti si sta assistendo a riaggregazioni di vecchia memoria».

A chiudere, l’annuncio di Mariotti: «Ho sempre operato, sia in ambito professionale che politico, per il bene comune, per questo dico già da ora che, in caso di vittoria, rinuncerò all’indennità da sindaco per rimettere a disposizione del bilancio e di chi ne ha più bisogno quelle somme».

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