Grandi qualità umane e onestà nel lavoro. Così, in queste ore di pronfondo cordoglio, tutti ricordano Massimo Di Rienzo, ex direttore del carcere di Vasto e funzionario comunale. La notizia della sua scomparsa sta destando profondo cordoglio in città. Aveva 72 anni. Originario della Campania, era vastese non solo per motivi professionali, ma anche per scelta. Sul lavoro, negli anni in cui aveva diretto il penitenziario di Vasto, aveva promosso iniziative di reinserimento sociale dei detenuti, perché credeva nella funzione rieducativa della pena e nel senso di umanità che non deve mai mancare nei confronti di nessuno.
Nel 2008 era stato nominato dall’allora sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, dirigente dei settori Sistema informatico comunale, Servizi demografici e Protocollo.
Anche dopo il pensionamento, viveva la vita pubblica cittadina con la passione per la politica: spesso lo si vedeva presente agli appuntamenti politico-elettorali e a iniziative culturali. Impegno che esprimeva anche con la militanza nell’Anpi.
Proprio la sezione vastese dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia gli dedica un dolce ricordo: «Il destino ha scelto di privarci di questo carissimo amico, compagno e sostenitore proprio il 25 aprile, giornata tanto cara a questo coraggioso partigiano. Un uomo sensibile, colto, sincero, affettuoso, curioso e avido di vita. Buon viaggio Massimo».
Il sindaco, Francesco Menna, lo ricorda «appassionato della politica, premuroso marito e padre, lascia un vuoto enorme. In questo momento di dolore le più sentite condoglianze alla moglie Raffaella ed ai figli».
«La Società vastese di storia patria Luigi Marchesani si unisce al dolore di Raffaella e di tutta la famiglia Di Rienzo, per la scomparsa dell’indimenticabile Massimo», scrive in una nota la presidente, Gabriella Izzi Benedetti. «Ci mancheranno di Massimo la vitalità, l’intelligenza acuta, la voglia di collaborare alla realizzazione di un mondo migliore, in cui hanno posto il rigore morale, l’inclusione sociale, il rispetto per i valori democratici, l’amore per la famiglia, per la cultura, la sensibilità verso i più deboli ed emarginati. Raffaella e i suoi figli hanno avuto un compagno e un padre straordinario e sarà sempre con orgoglio che a lui faranno riferimento. Ci ha preceduto e gli auguriamo un buon ritorno alla casa del Padre».
Le esequie domani, giovedì 27 aprile, nella chiesa di San Giovanni Bosco.