È indirizzata ai vertici di Fca Italy, ai maggiori sindacati, all’assessore regionale alle Attività Produttive Daniele D’Amario, al presidente Marco Marsilio ed al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, la lettera inviata dal sindaco di Paglieta, Ernesto Graziani, per conoscere le sorti dell’area industriale della Val di Sangro, anche a nome del comitato costituito da 64 sindaci «al fine di difendere il distretto industriale della Val di Sangro».
«Quella che era la Sevel (con 6100 dipendenti e 25mila operai dell’indotto, ndr), diventata Stellantis – dice Graziani -, ha realizzato una industria gemella in Polonia per produrre gli stessi veicoli realizzati in Val di Sangro con impianti modernissimi mentre non interviene per la sostituzione dei macchinari ormai obsoleti nella fabbrica di Atessa». E prosegue ricordando come non siano stati rinnovati i contratti di operai assunti a tempo determinato e si inducano altri ad andare in pensione prima del tempo. «Così – sottolinea il sindaco – il numero dei dipendenti di quella che era la Sevel si è ridotto a 5mila ed un suo ulteriore ridimensionamento spazzerà via anche l’indotto e molte migliaia di posti di lavoro. Non sappiamo quale sia l’effettivo piano industriale che Stellantis – afferma preoccupato Graziani – intende realizzare ed, in definitiva, quale sia il destino industriale della Val di Sangro».

E conclude la sua missiva invitando le parti in causa a sedersi assieme attorno a un tavolo per parlare, concretamente, di futuro. «Ritenendo che solo il governo abbia l’autorità e gli strumenti per intervenire su questa materia, vi chiedo di partecipare ad un incontro pubblico, unitamente ai dirigenti nazionali dell’azienda ed alle altre parti sociali, da svolgersi nel teatro di Paglieta, in cui si discuterà di cosa di possa fare concretamente, – soprattutto a livello nazionale -, per impedire la smobilitazione e per la difesa e l’incremento dell’apparato industriale della Val di Sangro».