«Se la cattedrale Madonna del Ponte è il luogo sacro della fede, il teatro Fenaroli è quello in cui pulsa il cuore della nostra cultura e dell’arte». È con queste semplici ma intense parole che Mario Pupillo racconta la storia, la vita, i fasti ed i tanti aneddoti del teatro “Fedele Fenaroli” che l’8 febbraio 1998 dopo un lungo e atteso restauro tornava ad essere un patrimonio, non solo architettonico, del capoluogo frentano. Una vita quella di Pupillo vissuta sia giù dal palco come appassionato, che sopra dove, davanti e dietro le quinte, è stato una presenza importante ed una memoria storica fatta di grandi ospiti, spettacoli, compagnie e stagioni. Una passione quella per il teatro nata tanti anni fa, coltivata come “un fuoco sacro” insieme agli Amici della Ribalta e che viene raccontata attraverso piccole lezioni di vita e speranze future«uno degli insegnamenti più grandi che il teatro può darci è quello della comprensione, perché vestendo di volta in volta i panni dei suoi mille personaggi impariamo a capire gli altri e chi ci circonda. Se i ragazzi di oggi, a cui va insegnato l’amore verso il bello, spendessero più tempo su questo palco che davanti ad un pc, a guadagnarne non sarebbero solo loro ma l’intera società». Ed è questo forse il migliore augurio per il domani del Fenaroli.