Trentadue addetti alle attività di “spallaggio” irregolari scoperti nel Pescarese dalla guardia di finanza. È il risultato dei controlli delle fiamme gialle della tenenza di Popoli nell’ambito dell’operazione Steal Jobs contro il “lavoro sommerso” nel settore delle onoranze funebri della provincia.
Molti degli addetti sono risultati completamente “in nero”, alcuni anche assunti da altre imprese o addirittura disoccupati e percettori del Reddito di Cittadinanza e delle misure di sostegno emergenziali per Covid-19.
I finanzieri hanno constatato, per almeno due annualità, la mancanza di preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro o l’infedele registrazione dei dati sul Libro Unico del Lavoro, scoprendo dipendenti che, assenti in busta paga, perché a riposo, in ferie, infortunati o proprio con nessuna indicazione d’impiego, dai “verbali di chiusura feretro” depositati nei Comuni per l’occasione sono risultati invece presenti.
«Dai risultati investigativi – spiega una nota della GdF – è emerso come le ditte irregolari garantissero personale per due ore circa, con un costo medio a persona di 100 euro per un servizio di trasporto dalla camera mortuaria sino all’arrivo al cimitero per la tumulazione. Ma, spesso, per le prestazioni dei necrofori (il cui prezzo, a cerimonia funebre, era quindi di quasi 400 euro) non è stata emessa alcuna fattura da parte dei datori di lavoro. Nella contabilità infatti, sono stati rinvenuti, oltre contributi non pagati, ricavi non dichiarati e compensi “fuori busta”».
Le indagini si sono concluse con maxi-sanzioni amministrative che, cumulativamente, possono arrivare a oltre 240mila euro e avere anche possibili riflessi penali per falso in atto pubblico. I risultati dei controlli sono stati trasmessi alll’Ispettorato Territoriale del Lavoro e all’Inail per la regolarizzazione delle posizioni lavorative, a tutela degli interessi dei dipendenti irregolari dal punto di vista assistenziale, assicurativo e previdenziale.