54 torri eoliche su piattaforme galleggianti per una potenza complessiva di 800 Mw a 25 chilometri dalla costa vastese. È il progetto presentato dalla Np Francavilla Wind, società con sede legale a Milano, localizzato nel mare di fronte al porto di Vasto. Si tratta di uno dei famosi progetti off-shore, cioè parchi fotovoltaici in mare aperto tornati alla ribalta come soluzione e alla crisi energetica causata dalle conseguenze dell’invasione russa in Ucraina.
LE CARATTERISTICHE – Il progetto – che prende il nome di Parco eolico off-shore Medio Adriatico – è stato presentato il 19 ottobre scorso alla capitaneria di porto di Ortona per la concessione demaniale marittima di 40 anni di un’area di oltre 121 milioni di metri quadri (121.860.282,27 nel dettaglio, poco più di 12mila ettari). La gran parte di questa ampia area sarà occupata dalle torri eoliche, il resto servirà a ospitare i cavidotti e le altre opere di servizio.
I singoli aerogeneratori – composti da turbina, torre e fondazione flottante con i relativi sistemi di ancoraggio – non avranno la stessa potenza nominale: ne sono previste 44 da 15 Mw ciascuno e 10 da 14 Mw ciascuno. Per connettere il parco alla terraferma saranno realizzate tre stazioni elettriche sottomarine a una profondità tra 100 e 130 metri dalle quali si dirameranno i cavidotti (per 48 chilometri) per la spiaggia di Postilli di Ortona; altri cavi interrati lungo la rete stradale raggiungeranno la stazione elettrica Terna di Cepagatti.
Come detto, il parco eolico off-shore Medio Adriatico, se supererà l’esame di tutti gli enti preposti, potrà contare su una concessione di 40 anni e sarà il primo in Abruzzo.
La società è stata invitata a presentare richiesta di autorizzazione al ministero della Transizione ecologica. Per adesso, l’unica criticità rilevata è la parziale sovrapposizione con gli impianti del “Monita”, l’elettrodotto di 445 chilometri tra Italia e Montenegro (tra le stazioni elettriche di Cepagatti e Lastva) inaugurato nel 2019 dai presidenti delle due nazioni.
IL PRECEDENTE – La presentazione di questo progetto è da collocare nella spinta alla produzione da fonti alternative data dalla già citata crisi energetica. Negli ultimi mesi sono stati numerosi i progetti di produzione energetica presentati nel territorio: dagli impianti agrovoltaici al biometano.
Non è però la prima volta che si parla di eolico off-shore davanti alle coste di questa parte d’Abruzzo. Nel 2009, fu presentato un simile progetto che avrebbe interessato un tratto di mare tra San Salvo e Termoli. Anche il quel caso erano previsti 54 aerogeneratori, ma la distanza dalla costa era molto più ridotta: 7 miglia. Ad autorizzare il parco fu un decreto dell’allora ministro all’Ambiente Stefania Prestigiacomo. La proposta di tale impianto sollevò una grande mobilitazione di associazioni ambientaliste, cittadini e politica (con la contrarietà dei consigli comunali) pressoché unanime (a esclusione dei socialisti che erano favorevoli) che riuscirono a bloccare il progetto.
Attualmente, il più grande parco offshore al mondo è l’Hornsea One, a 120 miglia dal porto di Hull (Inghilterra), nel Mare del Nord con una potenza nominale di 1,2 gigawatt.
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