Un’altra buona notizia per l’antico e fragile centro storico di Lanciano: dopo la conclusione del cantiere che ha interessato il recupero del portale del baronale palazzo Vergilj, un altro importante bene culturale si appresta a rinasce a nuova vita tornando a mostrare la sua austera ed elegante bellezza. Stiamo parlando delle Botteghe Medievali che dopo alcuni mesi d’intenso lavoro, a breve si libereranno dei ponteggi e delle impalcature e finalmente stanno tornando in gran parte visibili all’occhio spesso disattento dei cittadini frentani e dei numerosi turisti italiani ed internazionali che affollano ancora la città. Il restauro è curato dall’architetto Maria Paola Cocco, progettista e direttore dei lavori che con il suo studio si è impegnata per far tornare a splendere il monumento.
L’intervento, approvato dalla Soprintendenza di riferimento e richiesto dagli attuali proprietari dell’immobile, sta riguardando sclusivamente il perimetro esterno e le facciate del fabbricato, con un restauro e risanamento caratterizzato dalla conservazione dell’edificio preesistente e assicurandone nuovamente la funzionalità, con il rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo edilizio. Il fabbricato nel corso degli anni ha subito vari interventi, i più recenti hanno riguardato solo lavori interni e sulla copertura mentre le lavorazioni previste sulle facciate non furono realizzate. Sui prospetti era presente uno sporco diffuso, con polveri che si erano depositate soprattutto nelle aree ammalorate in seguito ad infiltrazioni d’acqua, e con infiltrazioni localizzate dovute ad una tracimazione dei canali di gronda a causa di mancata manutenzione e pulizia degli stessi e necessitano di un adeguamento essendo in molti punti privi di raccordi che provocava un insufficiente smaltimento delle acque piovane che hanno rischiato di compromettere ulteriormente la struttura del complesso, inoltre nella parte basamentale delle facciate fino a una certa quota dell’apparecchio murario si notavano degli aloni, frutto dell’umidità.
Era inoltre evidente un degrado dovuto a una diffusa sconnessione dei giunti , alla mancanza di malta a tratti, al deterioramento di alcuni mattoni e materiali lapidei, a escrescenze saline e a varie alterazioni che riguardavano diversi aspetti matrici, provocando la caduta di materiali e rischiando di compromettere l’incolumità dei passanti, dei mezzi e della proprietà stessa. Sulle facciate intonacate di piazza dei Frentani e nella corte comune le pitture e gli intonaci risultavano fortemente degradati, erosi e a tratti visibilmente distaccati. Gli interventi maggiori si stanno svolgendo in corrispondenza della muratura a faccia dove, dopo una verifica generale, ed una successiva spazzolatura e lavaggio delle stesse, si è provveduto e provvederà ad una scarnitura dei giunti in corrispondenza delle porzioni ammalorate e piccole ricostruzioni della muratura mediante sostituzione parziale del materiale deteriorati con metodo scuci-cuci con mattoni analoghi agli esistenti.
Si è inoltre provveduto alla sarcitura delle lesioni più evidenti con rimozione delle vecchie malte ammalorate, facendo attenzione alla salvaguardia dei tratti in buono stato di conservazione, con una successiva spazzolatura e lavaggio delle stesse. La ricostruzione della muratura sta avvenendo mediante la sostituzione parziale del materiale deteriorato con metodo scuci-cuci con mattoni pieni: sulle pareti rovinate invece dalla presenza di efflorescenze, sono stati rimossi gli intonaci esistenti con una successiva pulizia accurata della superficie. La costruzione si può considerare derivata dallo stile francese borgognone del XIII secolo ed è l’unico esempio meglio conservato di un’architettura di epoca quattrocentesca, in cui le liee gotiche sono enfatizzate dagli archi acuti delle botteghe. La mancanza di documenti d’archivio limita la descrizione delle vicende costruttive al poco carteggio recuperato e all’ iscrizione posta sulla facciata del fabbricato: questa riporta il nome del proprietario Nicola De Rubeis, ricco mercante lancianese che nel 1434 decise di costruire casa su due piani con la doppia funzione di dimora e bottega, ed è proprio questo particolare che lo fa conoscere appunto anche come “Casa di Nicolao”. Un altro gioiello che nei prossimi giorni tornerà dunque in “vetrina” per Lanciano che con le ritrovate bellezze del suo centro storico potrebbe creare finalmente un marketing turistico efficace, che oggi in una città, forse troppo “limitata” dal suo Miracolo Eucaristico ancora non si vede: cambiano le amministrazioni ed i colori politici ma il turismo a Lanciano resta un settore non ancora capito e compreso fino in fondo.