Le Botteghe Medievali: rinasce così uno dei luoghi simbolo della città antica

Nel quartiere di Lancianovecchia, in quello che da millenni è il nucleo originario del capoluogo frentano sorge un monumento pressochè unico nel suo genere: le cosiddette Botteghe Medievali oltre ad essere l’elegante testimonianza di uno dei periodi storici più floridi della città sono anche l’unico esempio ancora esistente di architettura medievale di tipo civile. In un centro storico dove a farla da padrone sono le numerose chiese, la casa – bottega del mercante Nicolaus De Rubeis è lì a parlarci a distanza di secoli, di scambi, traffici e rotte commerciali, in un centro come Lanciano conosciuto fin dall’epoca degli antichi romani per le sue grandi ed importanti fiere.

VICENDE STORICHE E COSTRUTTIVE – La costruzione si può considerare derivata dallo stile francese borgognone del XIII secolo ed è l’unico esempio meglio conservato di un’architettura di epoca quattrocentesca, in cui le liee gotiche sono enfatizzate dagli archi acuti delle botteghe. La mancanza di documenti d’archivio limita la descrizione delle vicende costruttive al poco carteggio recuperato e all’ iscrizione posta sulla facciata del fabbricato: questa riporta il nome del proprietario Nicola De Rubeis, ricco mercante lancianese che nel 1434 decise di costruire casa su due piani con la doppia funzione di dimora e bottega, ed è proprio questo particolare che lo fa conoscere appunto anche come “Casa di Nicolao”.

Negli anni la struttura originaria ha subito varie trasformazioni visibili principalmente guardando il fabbricato da piazza dei Frentani, dove risultano subito leggibili alcuni particolari come l’aggiunta del secondo piano arretrato rispetto al fronte principale che affaccia su via dei Frentani, il diverso stile delle finestre nei due piani, il terrazzino sulla copertura e la muratura perimetrale ripristinata in occasione di restauri.  La stessa facciata ha subito varie trasformazioni e sono evidenti la chiusura dell’accesso con piattabanda e le trasformazioni delle arcate ogivali a banco, una resa cieca, l’altra trasformata in finestra: grazie a successivi interventi si tentò di rispristinare le caratteristiche originarie del complesso.

CONFIGURAZIONE ARTISTICA E ARCHITTETTONICA – Si trattava probabilmente di un palazzetto a due livelli e a pianta rettangolare che ospitava al piano terra locali adibiti al commercio mentre nella parte superiore l’area abitativa (la trattazione che segue è riferita esclusivamente alle facciate su via e piazza dei Frentani e principalmente quella su via dei Frentani).Tutta la documentazione a disposizione descrive un fabbricato su due livelli, fatta eccezione per la facciata rilevata nel 1910 dall’architetto ed ingegnere Filippo Sargiacomo che, prima dei lavori di restauro, riporta: “le finestre, nel I piano superiore, conservano la loro struttura originaria e nel II piano superiore se ne veggono appena le vestigia per avvenute demolizioni e per sovra imposizione di sconce e disadatte murature”. La descrizione e l’immagine potrebbero indicare la presenza di un secondo livello, probabilmente aggiunto negli anni non ripristinato dopo la demolizione.

Le murature sono in mattoni faccia vista (fatta eccezione per una porzione che affaccia su piazza dei Frentani), tra il piano primo e la copertura è presente una cornice marcapiano “a dente di sega”, un motivo decorativo ricorrente nelle fabbriche medievali abruzzesi, realizzato con elementi in laterizio e pietra posti obliquamente rispetto al piano del prospetto. Il fronte principale affacciava e affaccia tuttora su via dei Frentani, l’accesso era garantito al pian terreno da un portale ad architrave con piattabanda, che fungeva probabilmente da ingresso all’abitazione e tre portali ad arco ogivale che immettevano nelle botteghe, più un quarto arco ogivale affacciato su piazza dei Frentani (ex largo San Maurizio).  

L’accesso con piattabanda e due delle tre arcate ogivali su via de’ Frentani sono caratterizzate da capitelli finemente decorati. Un’arcata risulta cieca mentre le altre due rappresentavano l’accesso alle due botteghe al piano terra, confermato dalla presenza dei banchi che occupano metà dell’ampiezza dell’arco, banchi ancora visibili e posti simmetricamente tra loro, realizzati in pietra da taglio all’uso romano con lastre scolpite/modanate, le stesse mostre dei portali di accesso alle botteghe sono in pietra da taglio in parte scolpita. Al piano nobile, si trovano tre eleganti finestre a bifora architravate anch’esse in pietra. La prima bifora, partendo dalla piazzetta risulta arricchita da un volatile in bronzo probabilmente aggiunto negli anni mentre quella centrale risulta cieca. Le finestre attuali sostituirono probabilmente le originali nei primi decenni del XX secolo. Entrambe le facciate su via e piazza dei Frentani si conclude con un tetto a doppio spiovente.

PRINCIPI E OBIETTIVI DEL RESTAURO – Ad illustrarci nel dettaglio il cantiere di restauro è l’architetto Maria Paola Cocco, progettista e direttore dei lavori che con il suo studio si sta impegnando per far tornare a splendere il monumento: «l’intervento, approvato dalla Soprintendenza di riferimento e richiesto dagli attuali proprietari dell’immobile, riguarderà esclusivamente il perimetro esterno e le facciate del fabbricato: si tratta di un restauro e risanamento conservativo caratterizzato dalla conservazione dell’edificio preesistente assicurandone la funzionalità, con il rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo edilizio. Essendo un immobile sottoposto a tutela – afferma ancora l’architetto – l’intervento viene affrontato ponendoci obiettivi e finalità tipiche di un cantiere di restauro e risanamento conservativo, con dei caratteri estetici e storici scaturiti da una conoscenza della fabbrica e della sua funzione». Per la comprensione delle “problematiche o patologie”, oggetto d’intervento, lo studio Cocco ha proceduto preliminarmente con l’acquisizione di dati forniti dalle indagini “dirette e indirette”.

Le indagini preliminari dirette sono state compiute sulle parti della fabbrica oggetto di intervento (rilievo geometrico, fotografico, materico). Quelle indirette, hanno portato all’acquisizione di una serie di informazioni riguardanti l’intera fabbrica, per quanto nessuna precisa notizia si possegga del costruttore e progettista che la ideò, si limitano quasi esclusivamente all’anno di costruzione riportato nella incisione presente sulla facciata che riporta la data del 1434, in quanto non è stato possibile recuperare documentazione esaustiva e storico-artistica che avrebbe aiutato a comprendere l’intero organismo. «La finalità progettuale dell’intervento – sottolinea ancora la Cocco – è pertanto volta a rimuovere o rallentare le cause del degrado, conservando quegli aspetti che permettono una migliore lettura storica del manufatto, assicurandone la durabilità nel tempo».

STATO DI CONSERVAZIONE E INTERVENTO – Il fabbricato nel corso degli anni ha subito vari interventi, i più recenti hanno riguardato solo lavori interni e sulla copertura mentre le lavorazioni previste sulle facciate non furono realizzate come si evince dalle foto allegate. «Sui prospetti – sottolinea la progettista – è presente uno sporco diffuso, con polveri che si sono depositate soprattutto nelle aree ammalorate in seguito ad infiltrazioni d’acqua. Si evidenziano inoltre infiltrazioni localizzate dovute ad una tracimazione dei canali di gronda a causa di mancata manutenzione e pulizia degli stessi e necessitano di un adeguamento essendo in molti punti privi di raccordi e provocano un insufficiente smaltimento delle acque piovane che rischiano di compromettere ulteriormente la struttura del complesso, inoltre nella parte basamentale delle facciate fino a una certa quota dell’apparecchio murario si notano degli aloni, frutto dell’umidità».  

Il fabbricato si sviluppa su tre livelli e i prospetti oggetto di intervento sono quelli che affacciano su via dei Frentani, piazza de Frentani e sulla corte comune a sud-ovest del complesso: – le facciate su via dei Frentani, parte di quella su piazza de Frentani e parte della facciata nella corte comune sono trattate con pietra e laterizio a faccia-vista, presentano un degrado dovuto a una diffusa sconnessione dei giunti , alla mancanza di malta a tratti, al deterioramento di alcuni mattoni e materiali lapidei, a escrescenze saline e a varie alterazioni che riguardano diversi aspetti matrici, provocando la caduta di materiali  rischiando di compromettere l’incolumità dei passanti, dei mezzi e della proprietà stessa, inoltre è stato rilevato un quadro fessurativo che in apparenza non sembra particolarmente importante benchè ci siano microfessurazioni diffuse. «Sulle facciate intonacate di piazza dei Frentani e nella corte comune – fa notare l’architetto – le pitture /intonaci risultano fortemente degradati, erosi e a tratti visibilmente distaccati, ed è’ stato rilevato un quadro fessurativo che in apparenza non sembra particolarmente importante benchè ci siano microfessurazioni diffuse sulla superficie intonacata».

INTERVENTO DI RESTAURO E RISANAMENTO – Maria Paola Cocco ci spiega ancora come verranno effettuati gli interventi. «In corrispondenza della muratura a faccia vista si provvederà a una verifica generale, con successiva spazzolatura e lavaggio delle stesse, scarnitura dei giunti in corrispondenza delle porzioni ammalorate e piccole ricostruzioni della muratura mediante sostituzione parziale del materiale deteriorati con metodo scuci-cuci con mattoni analoghi agli esistenti ed utilizzando Geocalce F antisismica (una geomalta strutturale altamente traspirante a grana fine di pura calce naturale NHL e Geolegante). Successivamente – spiega ancora  la progettista – si provvederà alla stilatura di paramenti murari con Biocalce Pietra (malta naturale certificata, eco-compatibile, di pura calce naturale NHL, altamente traspirante) e trattamento finale con Kerakover Eco Silicato di Elite (un consolidante eco-compatibile a base di esteri etilici dell’acido silicico ad alto potere diffusivo, capace di svolgere la sua azione consolidante anche su materiali lapidei mantenendo inalterata la traspirabilità della muratura esistente).

In corrispondenza della soglia dell’arco ogivale cieco – spiega ancora la Cocco – verrà rimossa la malta a base cemento e verrà ripristinata utilizzando Biocalce  (malta naturale , eco-compatibile, di pura calce naturale), successivamente verrà utilizzato il Benessere Bio (biointonaco termo-deumidificante a celle di calore, di pura calce naturale, geolegante minerale, pozzolana amorfa naturale e principi attivi naturali) e si procederà alla rasatura con Biocalce ad intonachino fino: sui prospetti intonacati – spiega sempre la Cocco – si provvederà alla sarcitura delle lesioni più evidenti con rimozione delle vecchie malte ammalorate, facendo attenzione alla salvaguardia dei tratti in buono stato di conservazione, successiva spazzolatura e lavaggio delle stesse».

La ricostruzione della muratura avverrà mediante la sostituzione parziale del materiale deteriorato con metodo scuci-cuci con mattoni pieni, utilizzando malte a base calce tipo Geocalce F antisismico. Sulle pareti rovinate invece dalla presenza di efflorescenze e si provvederà alla rimozione degli intonaco esistenti con una successiva pulizia accurata della superficie: i nuovi intonaci saranno eseguiti utilizzando Benessere Bio. Le pareti intonacate verranno tinteggiate con Biocalce Tinteggio a base di grassello di pura calce. Finalmente dopo anni di degrado, abbandono ed incuria le Botteghe Medievali si apprestano a tornare a nuova vita.

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