Soccorso Alpino, sette interventi in 48 ore per le squadre abruzzesi: i consigli utili per escursioni in sicurezza

Sono stati due giorni movimentati per le squadre abruzzesi del Soccorso Alpino e Speleologico, impegnate in sette interventi tra domenica e lunedì. 

Il primo, in ordine cronologico, ha riguardato il soccorso di uno skyrunner rimasto bloccato su un salto di roccia in un canale di Monte Aquila, sul Gran Sasso. Le squadre di terra della stazione di L’Aquila, avvisate dai colleghi di Teramo, sono intervenute, hanno recuperato lo skyrunner che, oltre alla paura, lamentava dei dolori alle articolazioni. L’uomo è stato trasportato all’ospedale de L’Aquila. Il secondo intervento è stato operato sempre dalle squadre di terra del Soccorso Alpino e Speleologico per recuperare alle Gole di Celano un anziano di 86 anni, che a causa della stanchezza, non riusciva a proseguire l’escursione.

Altri due interventi sono stati effettuati nel pomeriggio di domenica 17 luglio sul Gran Sasso, uno lungo la ferrata Ventricini, dove le squadre del Soccorso Alpino sono intervenute con i sanitari del 118, a bordo dell’elicottero decollato dall’aeroporto di Pescara, per soccorrere un escursionista che si era fatto male ad una caviglia. A distanza di pochi minuti un altro intervento sul Gran Sasso, sul Monte Infornace e la forchetta di Santa Colomba, dove due donne, anche a causa del sopraggiungere della pioggia, sono rimaste bloccate su dei salti di roccia. Sono intervenute le squadre di terra della stazione di L’Aquila, di turno in appoggio alle altre unità a Campo Imperatore e con loro anche la squadra di Soccorso Alpino Militare del Nono Reggimento Alpini di L’Aquila. È stato necessario anche l’intervento dell’elisoccorso decollato dall’aeroporto di Preturo. 

Durante la notte tra domenica e lunedì sono stati recuperati due giovani escursionisti che a causa della stanchezza erano rimasti bloccati sulla Majella, a Cima Raparo, circa 300 metri sopra Fara San Martino. È durato tutta la notte il recupero da parte delle squadre di terra del Soccorso Alpino della stazione di Chieti. I due erano infreddoliti e spaventati, ma in buone condizioni di salute. Lunedì 18 luglio, invece, le squadre di terra della stazione di Teramo sono intervenute per soccorrere un escursionista che si era distorto una caviglia, sul Corno Piccolo, lungo la via Normale, a ridosso rifugio Franchetti.

Molti degli interventi effettuati riguardano escursionisti bloccati dallo sfinimento da ipertermia. In queste giornate di caldo torrido il Soccorso Alpino e Speleologico raccomanda di astenersi dall’affrontare salite eccessivamente impegnative, specialmente sui versanti completamente esposti al sole e privi di fonti di approvvigionamento di acqua.  «I pericoli dovuti al caldo, quali i colpi di calore e gli sfinimenti – spiega il presidente abruzzese Daniele Perilli – sono dietro l’angolo e possono risultare fatali in ambiente impervio, dove il fisico è sollecitato oltremodo e dove è richiesta la massima attenzione. Prima di partire per un’escursione è bene informarsi sempre sulla presenza di fonti d’acqua e sul loro stato. Si deve cercare di partire alle prime ore del mattino, evitando di camminare nelle ore più calde, portando sempre con sé nel proprio zaino almeno 2,5 litri d’acqua a testa, frutta fresca, accessori adeguati per coprirsi dal sole, cappello, telino, occhiali e creme protettive. Inoltre lo zero termico è oltre i 4800 metri, questo significa che anche una semplice escursione può rivelarsi inaspettatamente difficoltosa. Da parte del Soccorso Alpino un appello a seguire queste regole, affidandosi al buon senso ed evitando attività all’aperto durante le ore più calde del giorno, prediligendo le ore mattutine rispetto a quelle serali».

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