Anche quest’anno, in occasione del Giorno della Memoria, a Vasto sono state commemorate le vittime dell’Olocausto con una cerimonia a Vasto Marina, dinanzi al cippo che ricorda il campo di internamento di Istonio Marina. Il vicesindaco Licia Fioravante e il presidente dell’Anpi Vasto, Domenico Cavacini, hanno deposto una corona d’alloro in una breve ma sentita cerimonia a cui hanno partecipato il Presidente del Consiglio comunale, Marco Marchesani, gli assessori Paola Cianci, Nicola Della Gatta, Carlo Della Penna e i consiglieri Giorgio Bellafronte, Giuseppe Forte, Luigi Marcello e Maria Molino, i rappresentanti delle forze dell’ordine e delle associazioni combattentistiche e d’arma.
È compito di questa società accogliere, integrare e amorevolmente convivere con il diverso
Una data che rievoca, come ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – ha detto nel suo intervento il vicesindaco Licia Fioravante – un orrore indicibile dello sbocco inesorabile di una ideologia folle e criminale e di un sistema di governo a questo ispirato, con l’obiettivo unico della distruzione, distruzione del diverso. Per evitare quanto accaduto non sia invano – ha concluso Fioravante – è compito di questa società accogliere, integrare e amorevolmente convivere con il diverso. L’uomo nella sua vita ha bisogno dello sguardo altrui. Il diverso è necessario alla completezza dell’umanità stessa. La nostra identità procede di pari passo con quella della diversità».
«L’indifferenza è più grave della violenza è uno dei tanti messaggi che Liliana Segre, senatrice a vita e nostra concittadina rivolge, ormai da decenni, in particolare ai più giovani – ha ricordato l’assessore alla cultura, Nicola Della Gatta -. Lei si dice preoccupata del rinvigorirsi di forme di odio razziale, di fascismi e di una cultura del qualunquismo, per la quale i valori condivisi, la memoria di altri esseri umani passati su questa terra prima di noi, diventano intralci sulla strada del successo e del futuro. Nulla di più sbagliato: l’unica strada per costruire la speranza di un avvenire possibile è non smettere, mai, di sentirci parte dell’unica grande famiglia umana, consapevole della propria storia, delle proprie conquiste e delle proprie cadute, ma soprattutto vigile nel non ripiombare in quell’oscurità che peserà per sempre come un macigno… e perché non si dica di nuovo. Ciò che vogliamo fare, oggi e sempre, è ricordare per non dire di nuovo».