Scoperta una centrale per l’invio di migliaia di Sms-truffa, le indagini partite da Chieti

Parte dall’Abruzzo l’inchiesta che ha permesso di scoprire in Toscana e bloccare una centrale per l’invio di messaggi di testo truffaldini. Le indagini dei carabinieri, coordinati dalla procura della Repubblica di Chieti, sono partite dopo la truffa ai danni di una anziana alla quale sono state sottratte ingenti somme di denaro.

La ricostruzione dei carabinieri

La truffa telematica ai danni della persona anziana è stata messa a segno lo scorso 15 ottobre. Gli indagati, fingendosi operatori di una società leader nel mercato nazionale dei pagamenti digitali, hanno indotto in errore la vittima attraverso una serie di messaggi telefonici inviati da utenze intestate a persone inesistenti con generalità false e attribuibili a cittadini extracomunitari. La vittima ha contattato l’utenza indicatagli e gli interlocutori, spacciandosi per operatori della citata società, le hanno fatto credere che fosse in atto un pagamento non autorizzato. Nel corso della conversazione, i malfattori sono riusciti a indurla in errore e a farsi riferire le credenziali sia di accesso al conto corrente che dispositive.

Ottenuto l’accesso all’home banking della vittima, i truffatori hanno dapprima innalzato il limite dei bonifici istantanei e poi hanno eseguito due disposizioni di pagamento di ingenti quantità di denaro (uno di 48.500,00 euro e l’altro di 47.800,00 euro) verso conti correnti intestati a due soggetti campani, stanziati in particolare tra Napoli e Salerno e successivamente identificati dagli investigatori.   

Le somme di denaro sono state poi in gran parte immediatamente trasferite su conti correnti esteri (in Belgio e in Lussemburgo) riconducibili a società di proprietà e amministrate da altri soggetti campani, i quali, a seguito di immediati accertamenti, sono risultati essere, rispettivamente, titolari di numerosi rapporti finanziari in ben 11 istituti di credito differenti. L’analisi dei saldi e delle giacenze medie annuali ha permesso altresì di comprendere che tali conti venivano utilizzati esclusivamente per perpetrare le truffe. La restante parte è stata prelevata in contanti in sportelli Atm ubicati nelle province di Napoli e Salerno da parte di altri di altri indagati del luogo.

Le prime attività di polizia giudiziaria hanno permesso di localizzare in Campania – in particolare nelle provincie di Napoli e Salerno – le abitazioni degli iniziali indagati (4 residenti a Napoli e 5 residenti tra Salerno e provincia), nei confronti dei quali il Nucleo investigativo dei carabinieri di Chieti ha eseguito diverse perquisizioni domiciliari, veicolari e personali; sono inoltre stati identificati 4 intestatari dei conti correnti. Nell’operazione è stato sequestrato ingente materiale probatorio, tra cui numerosissime carte prepagate Postepay Evolution intestate a personaggi fittizi che si è scoperto essere state utilizzate per il primo transito del denaro truffato, nonché documentazione bancaria utile per i successivi accertamenti e telefoni cellulari con Sim card telefoniche).

Successivamente, è stato scoperto anche il metodico ricorso all’inoltro di migliaia di messaggi di testo (Sms), simile a quello del 15 ottobre, verso ignare potenziali vittime scelte a caso da soggetti stanziati tra i comuni di Fucecchio (Fi), Empoli (Fi) e Santa Croce sull’Arno (Pi). L’inoltro degli Sms è avvenuto tramite centinaia di Sim telefoniche abbinate di volta in volta in consolle multisim, ognuna delle quali capaci di ospitare simultaneamente numerosissime schede intestate tutte a soggetti di nazionalità straniera, per lo più pakistana.

I carabinieri hanno quindi localizzato, a Santa Croce sull’Arno, l’immobile adibito a call center usato dagli autori dei fatti contestati per inviare, a cadenza quotidiana, migliaia di messaggi di testo truffaldini. È stato riscontrato il pieno e consapevole concorso da parte di due dealer, ubicati a Fucecchio ed Empoli, nell’attività di intestazione delle schede Sim a extracomunitari non censiti sul territorio nazionale e nella successiva fornitura ai soggetti che poi le hanno impiegate per i fini illeciti indagati.

I sequestri di ieri

Gli ultimi sviluppi ci sono stati ieri. I carabinieri di Chieti, coordinati dal procuratore Giampiero Di Florio e dal sostituto Giancarlo Ciani, hanno eseguito una vasta operazione di polizia nei comuni citati eseguendo perquisizioni sia nell’immobile che fungeva da vera e propria centrale (occupato da un 38enne pakistano) e sia nei due negozi di telefonia (dealer) gestiti da altrettanti cittadini pakistani. Nell’operazione sono stati rinvenuti e sequestrati tre apparati modem multisim, 685 schede Sim Iliad, 6 notebook, 1 router 4G, 9 telefoni cellulari, 4 personal computer e 1 supporto informatico.

«Tale risultato investigativo ha permesso di interrompere il flusso quotidiano di migliaia di Sms-truffa che, partendo dall’apparecchiatura installata nell’abitazione del cittadino pakistano, raggiungevano una platea indiscriminata di persone, le quali, indotte in errore, fornivano l’involontario accesso ai propri risparmi: tale fenomeno, noto come smishing, dalle risultanze acquisite durante l’indagine, ha procurato ingenti danni patrimoniali, soprattutto ai cittadini più anziani e, quindi, maggiormente vulnerabili», si legge in una nota delle forze dell’ordine. 
Al momento le persone indagate sono 17. Le indagini proseguono per recuperare il denaro delle vittime e individuare ulteriori autori della truffa.

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