«Con gli interventi nella ultima conferenza stampa, Tiziana Magnacca ed Emanuela De Nicolis hanno certificato l’ennesima loro sconfitta, dopo quella sul grattacielo che sono stati costrette a ritirare», esordiscono così gli esponenti di Azione politica, Democratici per San Salvo, Più San Salvo e San Salvo Popolare e Liberale dopo la conferenza stampa della maggioranza di centrodestra sul prg di qualche giorno fa.
Per i consiglieri di minoranza si tratta di un secondo passo indietro. L’argomento tornerà nell’assise civica il prossimo 28 novembre, quando ogni membro dovrà dichiarare pubblicamente la propria compatibilità o incompatibilità al voto: «Sono costrette a riportare in consiglio l’accertamento sulle incompatibilità dei consiglieri, a seguito dall’istanza di annullamento in autotutela presentata dalla minoranza, peraltro dopo reiterate richieste nelle sedute precedenti ed in considerazione della mancanza delle condizioni di nomina del commissario ad acta».

In conferenza stampa, De Nicolis ha sottolineato le presunte inadempienze di alcuni consiglieri, tra i quali Fabio Travaglini (Più San Salvo), Giancarlo Lippis (San Salvo Popolare e Liberale) e Giovanni Mariotti (Democratici per San Salvo) che, dopo il primo invio della documentazione, non avrebbero risposto alle richieste di integrazioni. I consiglieri, ora annunciano denunce e replicano: «La sindaca ha falsamente accusato Travaglini, Lippis e Mariotti di non aver presentato le dichiarazioni che, invece, essi avevano ritualmente presentato e che non erano tenuti a ripresentare, non essendo intervenute variazioni patrimoniale, senza contare che tale accertamento poteva anche essere fatto d’ufficio. Di tale diffamatoria accusa, De Nicolis ne risponderà in tribunale, dove saranno chiamati a rispondere anche quei consiglieri che dichiareranno nel prossimo consiglio di essere incompatibili (pur non essendoli) per rispettare il diktat di chi non vuole che il piano possa essere adottato in consiglio comunale, per affidare le scelte di pianificazione urbanistica ad un organo esterno».

«Il piano va adottato in sede democratica, anche perché è possibile farlo con votazione separata e frazionata su singole componenti, escludendo la presenza di quei consiglieri che di volta in volta potrebbero risultare incompatibili – continuano le liste di minoranza, tra le quali non c’è il Pd – I trucchetti degli azzeccagarbugli stavolta non passeranno: i nostri gruppi consiliari non consentiranno ulteriori blocchi urbanistici da chi amministra da 13 anni e che non è stato in grado né di adottare un Prg, né di presentare un Puc e nemmeno di presentare varianti (ex art. 8) dove erano previste. L’amministrazione riesce a presentare solo sanatorie, come la proposta sul Prg nella prossima seduta consiliare o come la delibera per via Firenze, dove ovviamente la procura ci sta buttando l’occhio».









