«Preferiamo i villaggi turistici alle megalopoli», così il sindaco di Vasto, Francesco Menna, commenta il progetto della C-Naturae srl di Pescara. La società, che fa capo alla holding C-Nova di Silvio Maresca, imprenditore che, insieme alla sua famiglia, opera nel campo della ricettività da oltre 30 anni (a Vasto gestiscono già circa 60 appartamenti per affitti brevi), intende recuperare l’ex camping della famiglia Sabatini nella zona di Torre Sinello in un’area già destinata, nel prg, a “Campeggi e attrezzature turistiche”.
Se realizzato, si tratterebbe di un punto strategico per il turismo sulla costa dei trabocchi, considerata la vicinanza alla Via Verde e alla riserva naturale di Punta Aderci. Il progetto prevede la demolizione degli edifici già esistenti e la realizzazione di nuovi spazi d’accoglienza, di un’area wellness, piscine e 52 alloggi prefabbricati di concezione moderna (52 saranno anche i parcheggi).

Il procedimento è approdato al comitato Via della Regione che domani, 13 novembre, si riunirà per la valutazione d’incidenza. Sulle intenzioni della società è intervenuto, ieri, il Forum H2O che ha sottolineato come per un simile progetto sia obbligatoria la Valutazione d’Impatto Ambientale con le previste osservazioni del pubblico, passaggio che finora non c’è stato.
Amministrazione favorevole, «Sarà fiore all’occhiello»
Il primo cittadino vastese, si dice favorevole a un intervento del genere: «Abbiamo una politica di sviluppo sul territorio e nei posti pregiati, come quelli vicini al mare, preferiamo i villaggi turistici alle megalopoli. Esprimo gratitudine alla famiglia Sabatini e all’azienda dei fratelli Maresca che hanno condiviso il percorso che ha portato, circa due anni fa, alla vendita e all’acquisto del villaggio Oasi di Punta Penna. Si tratta di un progetto di grande valorizzazione ambientale e turistica, che è conforme allo sviluppo ecosostenibile ed ecocompatibile di quei posti. Stiamo parlando di una delle aziende più importanti in Europa se non nel mondo per accoglienza, turismo e sostenibilità ambientale. Sarà il fiore all’occhiello non di Vasto, ma dell’Italia intera».

Il primo cittadino poi lancia una frecciata a quanto accaduto nella vicina San Salvo dove da poco è stata ritirata la delibera che avrebbe permesso la realizzazione di un grattacielo: «Io sono contrario a fare grattacieli sul mare, io sono per la Via Verde e per uno sviluppo ecosostenibile. Ci tengo a sottolineare che questa è una visione politica che negli anni, con Luciano Lapenna, ha portato alle nostre riserve naturali e che con il centrosinistra in Provincia alla Via Verde».
Per quanto riguarda le criticità sollevate dal Forum H2O, Menna dice: «È una questione tecnica che riguarda le procedure, ma conoscendo l’azienda e i dirigenti del Comune di Vasto, sono sicuro che adotteranno tutti i pareri del caso. Per adesso attendiamo la Valutazione d’incidenza».
I numeri
A intervenire è anche la società che parla di «dimostrazione concreta che si può costruire rispettando la natura» ed eliminazione del cemento: «Gli edifici in muratura attualmente presenti saranno abbattuti». Com’è possibile leggere nel progetto, per gli edifici principali si useranno intonaco, vetro e legno, mentre per gli alloggi (che avranno piscina e giardino privati) saranno impiegati legno e policarbonato; per le tende materiali «a base di poliestere di vari colori neutri intonati al paesaggio circostante», mentre «le mobile home avranno in facciata materiali lignei trattati».

L’intero progetto si estenderà su circa 4 ettari. «Parliamo di un intervento che occupa solo una minima parte del terreno disponibile: meno della metà di quanto consentirebbero le norme urbanistiche. Dove si potrebbe edificare in muratura e cemento armato, si è invece scelto di realizzare strutture leggere, removibili, in legno, alluminio e tessuto, con ancoraggi puntuali al suolo e senza ricorrere a fondamenta invasive».

Poi, la società cita alcuni dati: «Il progetto si attesta su un indice di utilizzo del suolo di appena 0,353 mq per metro quadro di superficie fondiaria, molto al di sotto della soglia massima di 0,60. Lo stesso vale per la capacità ricettiva: dove si potrebbero ospitare più di 1.000 persone, la struttura ne accoglierà meno di 170, garantendo così ampi spazi, quiete e qualità. Il verde sarà protagonista: l’indice di piantumazione richiesto prevede una pianta ogni 100 mq, ma qui saranno messe a dimora oltre 360 piante ad alto fusto, quasi tre volte tanto. Per ogni ospite sono previsti 8,6 mq di verde attrezzato, quando la misura obbligatoria sarebbe 3. Ai servizi comuni sono destinati oltre 30 mq per ospite, contro i 2 richiesti dal regolamento: un segnale di attenzione non solo per il benessere dei visitatori, ma anche per l’occupazione locale e l’indotto economico».
«Destinato a turismo che non consuma, ma rispetta»
«Il progetto adotta soluzioni avanzate e sostenibili: compostaggio in loco dei rifiuti organici, impianto fotovoltaico per la produzione di energia pulita, orti interni per l’autoproduzione di ortaggi. Grande importanza viene data al progetto verde, elaborato da agronomi e paesaggisti locali. Sarà mantenuta la maggior parte dei pioppi esistenti e saranno introdotte solo specie mediterranee autoctone, evitando ogni pianta invasiva. Il vigneto presente nell’area sarà in gran parte conservato e valorizzato attraverso esperienze dirette con gli ospiti, in linea con le migliori tradizioni delle cantine e dei wine resort italiani».

«Questo intervento non si limita a costruire, ma valorizza e promuove il territorio – concludono i promotori del progetto – La vicinanza alla Via Verde e alla pista ciclabile dei Trabocchi permetterà di sviluppare il cicloturismo e la mobilità dolce. All’interno della struttura saranno promossi gli artigiani e i produttori locali, con spazi dedicati, eventi e iniziative per far conoscere la nostra cultura e le eccellenze enogastronomiche. Tutto questo genererà nuovi posti di lavoro e rafforzerà la filiera economica locale: dal personale dell’accoglienza alla manutenzione, dalla ristorazione al wellness. Questo progetto si rivolge a un turismo di qualità, esperienziale, internazionale, che apprezza la natura, la cultura e l’autenticità del nostro territorio. Un turismo che non consuma, ma rispetta e che lascerà solo impronte leggere sul suolo di Vasto, portando crescita, valore e un esempio concreto di come si possa fare sviluppo senza compromettere l’ambiente».









