Al via i lavori per l’impianto di trattamento fanghi in Valle Cena: sarà l’unico d’Abruzzo

A Cupello prenderà il via la prossima settimana la realizzazione dell’impianto di essiccazione dei fanghi di depurazione all’interno del polo del Civeta in Valle Cena. Rappresentanti dell’azienda consortile e delle istituzioni, ieri sera, hanno tenuto una tavola rotonda per annunciare la fase iniziale del progetto che può contare su un finanziamento di 9,982 milioni euro dal Pnrr. Si tratta di un intervento che renderà il Civeta un centro strategico per il trattamento di questa tipologia di rifiuti, unico in Abruzzo e uno dei pochi in Italia.

Riuniti nel parterre dell’aula consigliare, il senatore Etel Sigismondi, Nazario Pagano (presidente della commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati), Nicola Campitelli (consigliere regionale con delega ai Rifiuti), Emiliano Di Matteo (presidente della commissione Ambiente della Regione), Pierpaolo Pescara (direttore dipartimento Ambiente della Regione) e, in collegamento, Angiolo Martinelli del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. A moderare gli interventi è il direttore generale del Civeta, Manuele Marcovecchio; in sala sindaci, amministratori e operatori economici del territorio.

L’impianto e i numeri

Dopo i saluti della sindaca Graziana Di Florio e del presidente del Civeta Giuseppe Silvestri, è l’ingegnere Luigi Sammartino (direttore tecnico dell’azienda) a illustrare le caratteristiche fondamentali del futuro impianto.
Nel polo di Valle Cena potranno essere conferiti i fanghi di depurazione e degli impianti di trattamento delle acque reflue. La loro gestione si lega a un altro progetto, quello del biodigestore che mira alla produzione di 3,5 milioni di metri cubi di metano l’anno dai rifiuti organici in un’ottica di «simbiosi industriale tra impianti», come l’ha definito Sammartino. I due progetti finanziati dal Pnrr (per il biodigestore, il Comune di Cupello, quale soggetto attuatore, il finanziamento dal Pnrr è di 20 milioni di euro) sono stati nati «inscindibili».

Luigi Sammartino

«Sarebbe stato impensabile usare fonti fossili per generare il calore necessario all’essiccamento dei fanghi – ha continuato Sammartino – I due impianti saranno complementari». In sintesi, il biometano prodotto sarà usato per l’essiccamento dei fanghi e i fanghi essiccati andranno nel biodigestore per la produzione di altro gas e ammendante compostato misto per l’agricoltura ponendosi quindi in un’ottica economica circolare.

Importanti i numeri (annuali) previsti: 60mila tonnellate di fanghi di depurazione trattati nell’impianto per il quale inizieranno a breve i lavori, 40mila tonnellate di frazione organica nel biodigestore per la produzione di 3,5 milioni di tonnellate di metri cubi di biometano e 18mila tonnellate di ammendante compostato misto.

Le ricadute positive (sia in termini economici che ambientali) sono attese anche per le aziende e gli enti che oggi destinano alla depurazione e al trasporto fuori regione importanti somme come nel caso di Arap Servizi (700mila euro l’anno) e Sasi (3,5 milioni di euro per 5.100 tonnellate l’anno).

«Scriviamo un pezzo di storia»

«Oggi scriviamo un pezzo di storia», ha detto Marcovecchio introducendo la tavola rotonda. Non a caso, la prima slide mostrata è l’atto del 25 ottobre 1988 con il quale la Regione autorizzò «l’impianto di compostaggio e riciclaggio con annessa discarica per il trattamento dei rifiuti solidi urbani e dei fanghi assimilabili agli urbani da ubicare in località “Vallone del Cena”»: un tassello, quello dei fanghi, che, dopo 37 anni, vede il suo completamento più vicino.

Tra gli interventi – unanimi nell’indicare il ruolo strategico nel panorama regionale e non solo del progetto – Campitelli ha ricordato che «entro il 2035, solo il 10% dei rifiuti potrà essere conferito in discarica. Questo è il faro che deve illuminare il nostro agire. Il rifiuto può non essere un problema, come è stato sempre considerato, e diventare una risorsa. L’indipendenza dalle discariche la raggiungeremo investendo negli impianti come in questo caso. Questo impianto deve essere da esempio per altri luoghi in regione».

A chiudere, le parole di Pagano e Sigismondi che hanno assicurato il proprio sostegno al completamento dei due progetti. «Si sta cercando di portare avanti un’impiantistica che può dare una risposta concreta al problema dei fanghi che molti di noi non immagina – ha concluso il senatore vastese – Voglio far mio l’impegno di Nazario: continuiamo a fare la nostra parte affinché questi progetti possano diventare patrimonio comune e di tutta la regione, io ci sono».

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Comments 1

  1. Nicola Di Nanno says:

    La m…a, il nuovo miracolo economico. Ma andatela a raccontare altrove.

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