Operazione Repulisti: 7 condanne, 5 assoluzioni e 2 prescrizioni

Sette condanne, cinque assoluzioni e due prescrizioni. Si conclude con questi verdetti il processo di primo grado sull’operazione Repulisti, in cui 14 persone erano imputate a vario titolo di usura, estorsione aggravata e sequestro di persona. Poco dopo le 13 il presidente del tribunale collegiale, Italo Radoccia, ha letto in aula il dispositivo della sentenza: 7 anni di reclusione e 28mila euro di multa a M.C., A.A. ed E.B.; 5 anni e 6 mesi e 1500 euro di multa a V.B. Condannati anche F.C. a 4 anni e 6 mesi e 13mila euro di multa, D.S. a 2 anni di reclusione e 800 euro di multa, M.Z. a un anno e 8 mesi e 500 euro di multa e S.D.P. a 8 mesi.

Assolti con formula piena G.D.D., M.V., M.D.G., E.D. e D.M. Prosciolti per prescrizione dei reati contestati A.C. e L.Z. «Esprimo soddisfazione per l’assoluzione di tutti e tre i miei assistiti», commenta Antonino Cerella, avvocato di M.V., E.D. e M.D.G. «Esprimiamo moderata soddisfazione per la pronuncia emessa dal tribunale che, in relazione alla posizione del nostro assistito, seppur gravato dalle imputazioni di maggior rilievo, ha optato, come da noi sollecitato, per un ridimensionamento della pena richiesta dalla pubblica accusa», commentano Arnaldo e Francesco Tascione, legali di F.C. «Attenderemo comunque le motivazioni per articolare, sul resto, adeguata impugnazione».

Commissariato di Vasto, 30 aprile 2020: la conferenza stampa dell’operazione Repulisti

Le indagini

L’operazione Repulisti è il blitz con cui nel 2020 la procura di Vasto la polizia avevano arrestato otto persone e denunciato a piede libero altre dieci, accusate di aver estorto denaro a un uomo che aveva perso il lavoro e aveva chiesto un prestito. Gli imputati erano 14, gli altri quattro sono usciti dal procedimento perché in due hanno patteggiato la pena, due sono stati assolti e uno è irreperibile, quindi la sua posizione è stata stralciata. 

Il 30 aprile 2020 scattarono gli arresti nei confronti di otto persone e altre dieci furono indagate a piede libero. Sequestro di persona, estorsione aggravata, usura, cessione di droga i reati ipotizzati.

Vittime di estorsione e usura un uomo che aveva perso il lavoro e si era trovato a chiedere un prestito a tassi esorbitanti, ma anche la sua compagna e i genitori di lui. Avevano deciso di sporgere denuncia a luglio del 2019. Le indagini erano state condotte dalla polizia e coordinate dall’allora procuratore di Vasto, Giampiero Di Florio.

Nel blitz del 30 aprile 2020 erano stati impegnati 60 agenti del Commissariato di Vasto, allora diretto dal vice questore aggiunto Fabio Capaldo, e della Questura di Chieti, con l’ausilio del Reparto prevenzione crimine di Pescara e delle unità cinofile della Questura di Pescara. Avevano eseguito misure cautelari e perquisizioni domiciliari a Vasto, San Salvo e Gissi.

Dalle indagini era emerso l’uomo e la compagna fossero stati sequestrati, minacciati e poi rilasciati. La vittima e i suoi familiari avrebbero perso «la somma complessiva di 88mila 700 euro in contanti, oltre a uno scooter di sua proprietà», si legge nella nota diramata dalla polizia il giorno del blitz. Utilizzati nelle indagini «servizi di osservazione, controllo e pedinamento, i quali hanno consentito di cristallizzare alcuni degli incontri avvenuti tra la vittima e gli indagati. Sono stati acquisiti documenti bancari e fogli manoscritti a riscontro dei movimenti di denaro».

Il processo

Nella requisitoria del 27 settembre la pm, Silvia Di Nunzio, aveva chiesto condanne che vanno dai 4 anni ai 7 anni e 6 mesi, un’assoluzione e due proscioglimenti per intervenuta prescrizione. L’ultima udienza davanti al collegio giudicante – composto dal presidente Radoccia e dai giudici a latere Stefania Izzi e Maria Elena Faleschini – si è tenuta martedì 30 settembre, quando avevano preso la parola gli avvocati difensori Antonino Cerella, Fiorenzo Cieri, Alessandro Orlando, Alessandro Cerella, Arnaldo Tascione, Massimiliano BaccalàFrancesco Tascione, Giuseppe La Rana, Antonio Boschetti, Isabella Mugoni, Giuseppe Sciarretta e Danilo Leva

Oggi, poco dopo le 13, la sentenza di primo grado.

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