Operazione Adriatico, la Corte d’appello riformula le pene per sei imputati

La Corte d’appello dell’Aquila, ieri, ha riformato in parte la sentenza di primo grado relativo all’operazione Adriatico sullo spaccio internazionale di stupefacenti gestito nel Vastese. Si tratta della sentenza di secondo grado per gli imputati che durante il maxi-processo tenutosi a Vasto optarono per il rito abbreviato venendo giudicati dal Gup dell’Aquila nel 2019: Italia Belsole, Carmine Bevilacqua, Enzo Claudio Cerella, Elenio Di FIlippo, Antonio Fiore, Simone Forlini, Fabio Martusciello, German Emanuel Ochstadt, Lucia Sauchella e Luca Torricella.

Il collegio giudicante – presidente Aldo Manfredi e consiglieri Armando De Aloysio e Domenico Canosa – ha quindi riformulato le pene anche in virtù della prescrizione di alcuni reati: Elenio Di Filippo, tre anni di reclusione e 12mila euro di multa; Italia Belsole, sei anni e quattro mesi di reclusione; Simone Forlini, cinque anni e 9 mesi di reclusione; Antonio Fiore, cinque anni e 8 mesi di reclusione; Fabio Martusciello, cinque anni; prescritti i reati per Luca Torricella. Per Belsole, Martusciello e Forlini, inoltre, l’interdizione dai pubblici uffici passa da perpetua a cinque anni. Per gli altri, restano confermate le pene di primo grado che vanno da 2 a 4 anni di reclusione.

La sentenza della Cassazione del 2019 escluse, per questa operazione partita dalle rivelazioni di Lorenzo Cozzolino, il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso.

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