Eolico Liscia, il comitato Via chiede chiarimenti sugli impatti e le ragioni del “no” ai Comuni

Interazioni con il bosco, nuova viabilità, monitoraggio dell’avifauna e delocalizzazione delle aree verti attrezzate. Il comitato Via della Regione solleva varie criticità riguardanti il progetto della Edison di tre torri eoliche in territorio di Liscia nell’area devastata dall’incendio del 2015.
Il progetto – presentato il 20 dicembre 2024 – è stato discusso l’8 maggio dal comitato Via che si è espresso, come prevedibile, con un rinvio e una richiesta di integrazioni.

La Edison intende installare tre aerogeneratori da 18 MW complessivi in località Fonte Piccola. Tali intenzioni sposano la volontà dell’amministrazione comunale rappresentata dal sindaco Antonio Di Santo che non ha fatto mistero, pubblicamente, di puntare alle entrate nelle casse comunali [LEGGI]. Seppur presentato alla fine dello scorso anno, il progetto era nell’aria perché vi si faceva riferimento nelle carte inerenti le torri su Monte Sorbo in territorio di Carpineto Sinello: una circostanza che ha sollevato più di una perplessità instillando il sospetto che il progetto originario fosse stato spezzettato in due per evitare il passaggio al ministero dell’Ambiente [LEGGI] (sospetti ribaditi dal sindaco di Furci, Fabio Di Vito, due giorni fa in audizione).

La Edison in 30 giorni dovrà innanzitutto fornire le integrazioni riguardanti le «eventuali interazioni tra gli aerogeneratori in progetto e le superfici interessate da bosco, producendo documentazione progettuale e fotografica adeguata anche al fine di dimostrare l’idoneità dei luoghi oggetto di intervento». Un punto fondamentale questo, considerato che nel progetto gemello (o quasi) di Carpineto Sinello la necessità di eliminare oltre un ettaro di superficie boscata ha portato a due pareri negativi degli uffici regionali.

La società dovrà poi chiarire se il progetto necessita di nuova viabilità (e nel caso fornire gli approfondimenti connessi e la valutazione degli eventuali relativi impatti) e indicare le modalità di effettuazione del monitoraggio dell’avifauna in corso d’opera e postoperam.
Dalla documentazione, inoltre, emerge che due aree verdi ricreative, in parte attrezzate, dovranno sloggiare per far posto all’intervento. Quindi, il comitato chiede alla ditta di «definire la proposta di delocalizzazione delle due aree verdi destinate a scopo ricreativo e alla fruizione a scopo turistico della zona, di proprietà della Comunità montana».

Uno degli aspetti più controversi che da mesi solleva dubbi è la localizzazione del progetto nelle aree incenerite dal furioso incendio del 2015. Durante l’audizione dell’8 maggio, il sindaco di Palmoli Giuseppe Masciulli, ha ribadito che «la pratica non doveva essere presa in considerazione in quanto in contrasto con la legge quadro sugli incendi boschivi». Stesso concetto ribadito da Di Vito che ha ricordato che la legge quadro n. 353/2000 «vieta il cambio di destinazione d’uso per 15 anni».
A tali contestazioni, la società ha risposto che costruirà gli impianti solo dopo che saranno passati 10 anni dall’incendio (quindi, in caso di autorizzazione, nel settembre di quest’anno) chiedendo il cambio di destinazione d’uso quando ne saranno trascorsi 15.

Il rendering del progetto, in basso è possibile notare la distanza dal paese

Contestazioni – in linea con le osservazioni presentate in precedenza – anche dal primo cittadino di San Buono, Nicola Zerra, che fa riferimento alla localizzazione di due beni sottoposti a vincolo a meno della distanza minima di 3 km. Il comitato regionale, riguardo ciò, ha sottolineato che tale vincolo non è paesaggistico, quindi non si applica la distanza minima citata.

A dover presentare integrazioni però dovranno essere anche i Comuni di Torrebruna e Carpineto Sinello – in qualità di enti gestori delle Aree Natura 2000 “Monte Sorbo” e “Monti Frentani e Fiume Treste” – che si erano espressi negativamente riguardo la Vinca (Valutazione d’incidenza ambientale): il Comitato Via chiede loro di motivare il parere negativo indicando «i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione dell’amministrazione, in relazione alle risultanze dell’istruttoria».

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *