«Era possibile e anche dovuto» evitare la tragedia dell’hotel Rigopiano. Lo scrive la Corte di Cassazione nelle motivazioni della sentenza del 3 dicembre scorso. Se la strada che portava all’albergo di Farindola «fosse stata liberata dalla neve» in quel 18 gennaio, quando i clienti «tentarono invano di abbandonare l’albergo, gli eventi morte e lesioni non si sarebbero verificati». Lo riporta l’Ansa.

La presenza di spazzaneve «avrebbe dovuto essere monitorata», perché «l’assicurazione della viabilità delle strade quindi la tutela dell’incolumità delle persone, non può che passere attraverso la pronta a disponibilità degli strumenti a ciò necessari».
«La prevenzione ‘regina’ per l’incolumità individuale e collettiva» avrebbe dovuto essere «l’identificazione di Rigopiano come sito valanghivo» e «avrebbe dovuto attuarsi non a disastro naturalistico inverato», né «nel corso» della slavina che si staccò dal monte Siella e «nemmeno nell’imminenza della sua verificazione», ma avrebbe «dovuto procedere di molto l’evento».
La qualifica di sito valanghivo «avrebbe comportato il divieto di accedervi oppure di utilizzare le strutture in esso presenti ovvero ne avrebbe imposto un uso disciplinato (limitato, per esempio, alle stagioni non invernali)». Afferma, inoltre, la Suprema corte, che nella sentenza del 3 dicembre 2024 ha accolto in parte le richieste della procura generale: «Era tal conclusione possibile? Tale conclusione era possibile e anche dovuta».