Battute finali per la legge regionale “Misure urgenti per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile e per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi”. Il testo è stato licenziato qualche giorno fa dalla commissione Territorio, Ambiente e Infrastrutture dopo le numerose audizioni tenutesi nelle scorse settimane con l’ascolto di sindaci, amministratori, comitati, associazioni e rappresentanti delle società che operano nel settore energetico.

Tra i limiti previsti dalla legge – salvo eventuali emendamenti in sede di consiglio regionale dove presto approderà per il voto – c’è la distanza dalle aree di rispetto dei beni sottoposti a tutela che dovrà essere di 500 metri per gli impianti fotovoltaici e di 3 chilometri per gli impianti eolici. Vengono inoltre definiti aree non idonee quelle rientranti nel perimetro di tali beni, le aree della Rete Natura 2000, le aree naturali protette, le aree protette regionali e i boschi.
Per quanto riguarda il fotovoltaico sui terreni agricoli, sono definite aree non idonee quelle ricadenti in almeno uno dei seguenti casi: a) aree agricole con investimenti o aiuti oggetto di contribuzione regionale, nazionale e unionale e sottoposti a vincolo di destinazione dalla normativa di riferimento prima che siano decorsi i termini previsti dagli impegni sottesi dai finanziamenti; b) le aree agricole con colture permanenti quali: vigneti ad esclusione di quelli destinati all’autoconsumo, frutteti, tartufaie e oliveti, questi ultimi con densità superiore a 100 piante per ettaro e una superficie superiore a cinquemila metri quadrati.

Particolarmente attese erano le modifiche all’Articolo 5 – Disposizione transitoria che regola l’applicazione della legge ai progetti già presentati. Il testo licenziato recita: «Le disposizioni di cui alla presente legge non si applicano ai procedimenti autorizzatori per i quali, alla data di entrata in vigore della stessa:
a) si sia perfezionata una delle procedure semplificate per la costruzione e l’esercizio di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili previste dalla legge;
b) sia stato conseguito il titolo di compatibilità ambientale laddove previsto, ovvero, negli altri casi, qualora risultino concluse con esito positivo, anche con prescrizioni, le conferenze dei servizi previste per il rilascio dell’autorizzazione unica».

Per meglio comprendere, gran parte dei progetti presentati oggi riguardanti il Vastese dovrebbero attenersi alle nuove disposizioni perché nessuno di questi ha già concluso la conferenza dei servizi.
Riguardo tale norma, il consigliere regionale con delega all’Ambiente, Nicola Campitelli (FdI), e il capogruppo in consiglio di Azione, Enio Pavone, hanno presentato due emendamenti, entrambi bocciati, che avrebbero evitato a tali progetti di sottostare alla futura legge.
L’emendamento di Campitelli proponeva di non applicare la legge «ai procedimenti di autorizzazione o abilitazione in corso alla data di entrata in vigore della medesima». Quello di Pavone, invece, avrebbe allargato ancora di più il bacino perché prevedeva l’esclusione per i procedimenti autorizzatori per i quali alla data dell’entrata in vigore della legge, «sia stata presentata una o più istanze a enti pubblici finalizzate all’autorizzazione dell’impianto, ivi compresa la domanda di connessione al gestore di rete, la quale dovrà risultare debitamente accettata con data antecedente a quella di entrata in vigore del presente provvedimento».

Tali emendamenti, poi bocciati, fanno registrare il commento fortemente negativo del sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli, in prima linea nel fronte contrario all’affollamento progettuale nel Vastese e ascoltato in commissione qualche settimana fa: «L’emendamento del capogruppo di Azione è grottesco: sarebbe bastata la domanda al Gse per non rientrare nella legge. Il dato di fatto è che esiste un partito trasversale a favore di questi impianti». Lo stesso primo cittadino esprime poi parole di apprezzamento nei confronti di Tiziana Magnacca e Francesco Prospero che «hanno tenuto fede agli incontri che abbiamo fatto partecipando alla tutela di questo territorio così come Silvio Paolucci».