Settimana del patrimonio: alla scoperta dell’Acquedotto Romano delle Luci con Italia Nostra del Vastese

Prenderà il via domani, sabato 30 aprile, con l’evento dedicato all’Acquedotto Romano delle Luci, la Settimana del Patrimonio culturale di Italia Nostra. Il sito, affermano dal sodalizio vastese, «è stato riscoperto grazie alle campagne di ricerca e di valorizzazione portate avanti negli ultimi anni dalla nostra associazione in stretta collaborazione con la Soprintendenza, la Parsifal società cooperativa e il Comune di Vasto. Dal 2011 – sottolinea il presidente Davide Aquilano – si sono susseguite conferenze ed escursioni pubbliche, mostre e pubblicazioni volte a far conoscere ed apprezzare uno dei monumenti più sorprendenti ed affascinanti del patrimonio archeologico vastese».

Nell’incontro “Recenti scoperte sull’Acquedotto Romano delle Luci”, in programma sabato 30 aprile alle 18 nella sala Aldo Moro di piazza Rossetti, «sarà posto l’accento sugli aspetti più suggestivi ed aneddotici relativi all’antico acquedotto, lasciando ad incontri successivi l’approfondimento del complesso contorno storico, tecnico, giuridico ed amministrativo che ruota attorno ad esso».

«La Settimana del Patrimonio culturale 2022 di Italia Nostra – spiegano – è dedicata all’Italia Salvata, con la finalità di mettere in risalto i risultati positivi ottenuti in questi ultimi anni grazie alle azioni di tutela e valorizzazione dell’Associazione. Il titolo della campagna ricorda la mostra fotografica, “Italia da salvare”, inaugurata nel 1967 sotto la presidenza di Giorgio Bassani, con il contributo fondamentale di Renato Bazzani e Antonio Cederna. Sono passati anni, qualcosa è stato salvato e qualcosa no, un motivo per affrontare le sfide future con ancora più determinazione. Ogni giorno Italia Nostra mette in pratica i principi della Convenzione di Faro, riunendo i suoi soci in una comunità che attribuisce valore ad aspetti specifici dell’eredità culturale, e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future».

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