Sale la tensione tra il ministero delle Imprese e del Made in Italy e la Stellantis. Oltre alla delicata situazione dello stabilimento di Atessa dove la cassa integrazione durerà ancora un mese e dove non c’è più il terzo turno a causa del calo produttivo, ora c’è l’ultimatum scandito dal Ministro Adolfo Urso durante il Meeting di Rimini di ieri.
«Tocca alla Fiat assumersi la responsabilità sociale, tocca a Stellantis rilanciare l’auto in Italia e noi aspettiamo una risposta da tempo – ha esordito Urso – Il governo ha fatto la sua parte, Stellantis no. Nel primo incontro con Tavares lui mi chiese due cose per progettare lo sviluppo dell’auto italiana per raggiungere l’obiettivo di un milione di veicoli. La prima di rimuovere l’ostacolo dell’Euro 7, e ci siamo riusciti, per questo Stellantis ha annunciato il prolungamento di alcuni modelli. Poi ci chiese un piano incentivi commisurato alla produzione in Italia e abbiamo fatto il più grande piano incentivi sull’auto, un miliardo di euro. Avevamo come obiettivi la rottamazione di veicoli altamente inquinanti e poi consentire che l’auto elettrica fosse alla portata anche dei ceti più deboli. Abbiamo raggiunto questi obiettivi, ma quello del sostegno della produzione italiana non è stato raggiunto. Perché era Stellantis che doveva aumentare la produzione nel nostro Paese per rispondere alle richieste sollecitate dagli incentivi. Quindi il Governo ha fatto la sua parte, l’azienda no».
L’ultimatum riguarda lo stabilimento ex Fiat di Termoli. Qui Stellantis da tempo ha annunciato la nascita della prima gigafactory italiana per produrre batterie per le auto elettriche, ma l’iniziale programma ha subito slittamenti e rinvii [LEGGI]. Urso ha quindi chiesto di dare «una risposta a breve, perché se non risponde positivamente sul progetto della gigafactory a Termoli, le risorse del Pnrr saranno destinate ad altri. Non possiamo perdere le risorse del Pnrr perché Stellantis non mantiene gli impegni. E la scadenza è nelle prossime ore». La nascita della gigafactory, se dovesse concretizzarsi, sarebbe positiva anche per lo stabilimento di Atessa che potrebbe beneficiarne per i veicoli elettrici.
«Stellantis – ha concluso Urso – deve dirci come vuole realizzare la crescita del sistema dei veicoli nel nostro paese per raggiungere l’obiettivo del milione di veicoli, con cui Tavares disse di essere d’accordo. Stellantis deve dirci anche con quali investimenti, perché non può presentarci contratti di sviluppo, come è successo, in cui richiede risorse allo Stato per ridurre l’occupazione. È Stellantis che deve capire che i contratti di sviluppo si fanno con chi crea occupazione, non con chi la riduce».
Intanto, la rsa Uilm dello stabilimento della Val di Sangro critica «a gran voce la gestione della crisi dell’automotive da parte del Ministero. Sono posizioni che riteniamo lontane da quelle che sono le problematiche reali e i rischi sul futuro dell’auto nel nostro Paese. In questo momento non condividiamo prese di posizione che mettono a rischio migliaia di posti di lavoro, per cui chiediamo con forza di avere atteggiamenti chiari e fermi per fare sì che le aziende, già presenti, continuano a creare ricchezza per il tutto il territorio nazionale».