Sulla variante alla statale 16 non si prendano decisioni di cui in futuro ci si potrebbe pentire. La raccomandazione è dell’associazione Madrecultura di Vasto.
Il sodalizio di cui è presidente Gianluca Casciato si appella al codice dei beni culturali e del paesaggio «che, tra le altre cose, tutela “le bellezze panoramiche e così pure quei punti di vista o di belvedere accessibili al pubblico e dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze”. Inoltre lo stesso decreto legislativo tutela “i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla loinea di battigia, anche per i terreni elevati dal mare”. Già queste due disposizioni normative basterebbero a rendere irricevibile il progetto in esame, perché le stesse riguarderebbero proprio il primo tratto di variante. Inoltre abbiamo fatto notare che il segmendo iniziale della variante ricadrebbe in zona rossa, ossia a forte rischio frane, così come da Piano regolatore generale del Comune di Vasto.
Abbiamo altresì sottolineato come gli immobii che si ritroverebbero sotto ponti e viadotti avrebbero un decremento di valore notevole, senza considerare l’inquinamento acustico che dovrebbero sopportare. Anas nei suoi elaborati tecnici per ciò che concerne il giudizio sull’impatto ambientale quasi sempre conclude i vari paragrafi con il termine “trascurabile”. Ora, passi la trascurabilità (termine tanto caro ai tecnici Anas) dei pareri dei singoli cittadini, passi la trascurabilità dei pareri delle associazioni del territorio, passi la trascurabilità dei pareri di alcuni esponenti politici, ma si abbia almeno il rispetto istituzionale del Consiglio comunale, della Giunta comunale e soprattutto del sindaco che si sono espressi in maniera netta.
Pensiamoci adesso a fare le cose per bene, secondo scienza e coscienza, per non ritrovarci fra qualche anno (e Dio non voglia) a parlare di tragedie come il ponte Morandi. Quando si fanno opere di questo tipo si ascolta tutti e si cerca di trovare la migliore soluzione. Soluzione, vogliamo ricordare, che andrà ad incidere sul destino delle future generazioni. Siamo ancora in tempo».