Un altro titolarissimo ai saluti. Dopo Lucero, Marcelli e De Filippo (senza dimenticare gli under Coppola, Seck e Zaccardi) anche Matteo Di Giacomo ha salutato la Vastese. In attesa dei rinforzi, ad oggi, l’organico a disposizione di mister Del Grosso è davvero ridotto all’osso ma, a Cupello, i biancorossi faranno di tutto per infilare l’ottavo risultato utile consecutivo.
Dovranno farlo però senza poter contare sul classe ’99 pescarese che dopo la prima esperienza vastese, in D, nel 2018/19 (da under), in estate, aveva deciso di accettare di nuovo la chiamata dell’Aragona. Jolly prezioso, autore di due gol e bravo nello scalare le gerarchie, che nei primi match lo avevano visto partire dalla panchina. Diventato poi pedina insostituibile ha lasciato il suo marchio con prestazioni di spessore fino a domenica contro il Capistrello.
Non solo la crisi biancorossa, alla base della decisione di salutare la Vastese una «scelta di vita» decidendo di riavvicinarsi alla sua Pescara dove, al calcio, inizierà ad affiancare anche il percorso lavorativo. In attesa di conoscere la nuova destinazione il ventiquattrenne centrocampista ha deciso di salutare la piazza biancorossa con un pensiero lasciato sui profili social:
«Ho deciso di ritornare a Vasto. È stata una scelta di cuore. Sono ripartito dal cuore. Ero voglioso e carico di tornare qui per giocare con personalità per me stesso, per la squadra e per la piazza. Ho dato tutto me stesso, cercando di essere da esempio, nonostante le difficoltà e indistintamente dai risultati. Ci ho messo il cuore. E forse non bastava. Oggi faccio una scelta di vita. Lascio la Vastese e rientro a casa. Ed anche se forse non è bastato, se forse non sempre le cose vanno per il verso giusto, non dimentico il cuore. E dal cuore colgo l’occasione di ringraziare e abbracciare tutti i tifosi e la città di Vasto per l’attaccamento e il sostegno percepito, augurandomi che questa maglia possa essere custodita e sostenuta, amata e rispettata secondo la storia calcistica di questi colori! Grazie di tutto. Col cuore. Ad maiora!».