«Dall’amministrazione comunale di Cupello nessun atto di responsabilità verso i cittadini»

Non si spegne la discussione sulle condizioni economiche del Comune di Cupello dopo l’ultimo consiglio comunale. Officina Cupello torna su quanto dichiarato dal gruppo di maggioranza Eccoci x Cupello e dalla sindaca Graziana Di Florio.

«Usare la paura come uno spauracchio è il nuovo metodo di questa maggioranza – dice il gruppo di centrosinistra – Un metodo purtroppo efficace e forse per questo diffuso e condiviso, ma che, oltre a distorcere completamente la verità sostituendo la percezione alla realtà, alimenta sentimenti e atteggiamenti d’odio. La paura è quella agitata dalla sindaca per rispondere alla mozione sul dissesto finanziario predisposta e votata dai quattro consiglieri di minoranza. Si agitano gravi conseguenze sulla comunità come se quelle che sta vivendo la stessa non fossero abbastanza estreme». 

«Dal punto di vista della tassazione, se l’addizionale comunale Irpef è già al massimo consentito sin dalla sindacatura Marcovecchio (nel 2015 la delibera che ha portato al massimo tale aliquota) le aliquote Imu sulla seconda casa sono passate dal 7,6 x mille del 2019 al 10,6 x mille di oggi che rappresenta il massimo consentito dalla legge.
I servizi a domanda individuale, come ad esempio la mensa scolastica, presentano per il 2022 una percentuale di copertura realizzata (rapporto tra costi e proventi) pari al 75%  mentre per il servizio di lampade votive questo rapporto sale al 156% cioè i costi sono inferiori ai proventi. La domanda naturale che bisognerebbe porsi è “cosa potrebbe andare peggio in termini di tassazione?».

«Dall’altro lato si spaventano i dipendenti comunali, che, per la maggioranza, rischierebbero il posto di lavoro, continuando a creare panico e paura invece di sposare un sano pragmatismo dimenticando di evidenziare che il rapporto medio dipendenti/popolazione del Comune di Cupello è già inferiore a quello richiesto dalla legge per cui nessuno rischierebbe il licenziamento o la mobilità».

«Si dimentica di evidenziare i 10 milioni di euro di debito dell’ente, il taglio dell’acquisto di beni e servizi promessi per i prossimi 15 anni nel piano di riequilibrio (che al momento non si riesce neanche a realizzare) e il depauperamento della struttura comunale che andrà a danno degli stessi dipendenti comunali e dei cittadini. Il dissesto è nei fatti, in una quotidianità costretta a fare i conti con i gravosi impegni economici, privi di copertura finanziaria, con i fornitori non pagati nei tempi previsti dalla legge e con gli indicatori di bilancio che evidenziano un Comune strutturalmente deficitario. Ci saremmo aspettati un atto di responsabilità nei confronti dei cittadini, tale atto purtroppo non è arrivato».

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