Tracce di Eva nel sangue che cola, ogni giorno, da un petto diverso.
Il terreno ne è pieno e chiede pietà, ma la mano che regge il coltello non si ferma, è più forte e crudele della nostra
Ci sono tracce di Eva di ogni colore, tracce gialle e arancio nel blu dell’umore. Tracce di Eva nelle bambole rotte, nei fiori finti, secchi e nelle lacrime che scavano le guance rosse.
E nel grido di una madre e di una figlia e in esse, la colpa prima di essere Eva. Ma dov’è la colpa, la mela, il peccato?
I giornali ne parlano ma tutto si traduce in immediato silenzio: fa più rumore il colpo sparato del corpo che cade.
Tracce di Eva tutti i giorni, non solo in questo.
Anche quest’anno il Polo liceale “R. Mattioli” di Vasto intende manifestare in modo visibile e toccante la sua vicinanza a tutte le donne vittime di violenza. Ha scelto di farlo in chiave artistica mediante un’installazione nell’atrio dell’Istituto. Il titolo dell’opera è Tracce di Eva. La tela, la cui realizzazione è stata curata dalle professoresse Santangelo e Della Rocchetta, riprende anche il tema ‘tracce’ scelto dall’istituto per l’edizione del Festival della Scienza di quest’anno e vuole indurre a una riflessione profonda sulla realtà di moltissime donne, a partire da un’immagine tanto chiara quanto intrisa di sfumature che solo un occhio attento e sensibile può cogliere. Con l’invito, ovviamente, a seguire le ‘tracce’ di migliaia di storie per trovare la forza di raccontare la propria.
Arianna Roberti