Il 10 febbraio è il Giorno del Ricordo della tragedia delle Foibe e dell’esodo istriano, fiumano e dalmata. In occasione della ricorrenza, anche l’amministrazione comunale di Vasto ha reso omaggio alla memoria delle vittime promuovendo questa mattina le celebrazioni istituzionali della giornata, annuale occasione commemorativa della storia del Confine italiano orientale attraverso cui rinnovare e conservare la memoria di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati all’indomani della Seconda Guerra Mondiale.
Commemorazione inaugurata con la deposizione di una corona d’alloro al cippo in ricordo del finanziere infoibato Tommaso Saraceni, ai piedi del monumento ubicato nel Largo del centro storico intitolato alla sua memoria nel 2018. Presenti alla cerimonia il vicesindaco Felicia Fioravante, gli assessori Nicola Della Gatta e Anna Bosco, i consiglieri Lina Marchesani, Alessandra Notaro, Francesco Prospero e Vincenzo Suriani, le autorità militari e i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’Arma cittadine. Erano, inoltre, presenti la signora Teresa Saraceni, parente di Tommaso, e la signora Magda Rover, nativa di Albona (Pola), ma residente a Vasto da anni. La seconda parte della mattinata si è tenuta all’interno dell’Aula del Consiglio Comunale “G.Venniti”. Il vicesindaco Licia Fioravante nel suo discorso cita le parole di un famoso esule istriano, Paolo Barbi: “L’odio non ha colore, non ha forma nè aspetto invade la mente fino a distruggerti, fino a portarti lontano al tuo cuore, da ciò che sei”. «Il secolo passato – afferma il vicesindaco – ci consegna un’eredità pesante, complessa, densa di valori e disvalori che, comunque, ci orientano e ci servono da battistrada nel cammino che ci attende verso il futuro».
«Quel che si può dire di certo è che si consumò, nel modo più evidente con la disumana ferocia delle foibe, una delle barbarie del secolo scorso – dichiara l’assessore alla Cultura Nicola Della Gatta -. Perché nel XX secolo si intrecciarono in Europa cultura e barbarie. Non dobbiamo mai smarrire consapevolezza di ciò nel mentre valorizziamo, ed esaltiamo, i tratti più nobili di quell’esperimento storico, unico e visionario, di civiltà, di pace, di libertà, di tolleranza, di solidarietà su cui si fonda la nostra Europa. È un’Europa – prosegue Della Gatta citando il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – nata dal rifiuto dei nazionalismi aggressivi e oppressivi, da quello espressosi nella guerra fascista a quello espressosi nell’ondata di terrore jugoslavo in Venezia Giulia; un’Europa che esclude naturalmente anche ogni revanscismo».