Indagine della Dda di Napoli su beni sospetti: sequestrati 23 appartamenti a Vasto

Tocca anche l’Abruzzo il maxisequestro eseguito dalle Fiamme gialle di Napoli. Si trovano a Vasto 23 appartamenti che risultano di proprietà di Raffaele Pezzella, 58enne imprenditore originario di Casal di Principe, titolare di aziende edili e immobiliari, che gli inquirenti ritengono vicino al clan dei Casalesi.

Su richiesta della Procura della Direzione distrettuale antimafia, la sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha disposto il sequestro su beni del valore complessivo di 8 milioni di euro ubicati nelle province di Caserta, Chieti e Siena. Il provvedimento è stato eseguito dal Nucleo di polizia economico-finanziaria dei finanzieri di Napoli. A supporto hanno lavorato i militari del Comando provinciale di Chieti, agli ordini del colonnello Michele Iadarola, che hanno provveduto a notificare al Catasto di Chieti il provvedimento al fine di bloccare eventuali transazioni sui beni oggetto della misura di prevenzione.

«Alla base del provvedimento vi sono plurimi elementi di fatto idonei a fondare un giudizio di pericolosità sociale qualificata dell’imprenditore casertano e a far ritenere che il suo patrimonio (e quello del suo nucleo familiare) si sia formato e sia stato incrementato negli anni grazie ad attività illecite», si legge in una nota della finanza. «Rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione per delinquere di stampo mafioso e condannato in primo grado per reati di corruzione e di turbativa d’asta a seguito di indagini condotte anche dall’Arma dei carabinieri, il soggetto è ritenuto appartenere, sin dal 2000, a un ristretto gruppo di imprenditori di fiducia delle fazioni Schiavone e Russo del clan dei Casalesi».

«In tal senso, depongono, tra l’altro, le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia che descrivono il destinatario dell’odierno sequestro come imprenditore che – afferma la nota delle Fiamme gialle – attraverso l’alterazione sistematica delle gare d’appalto realizzata mediante il ricorso a condotte corruttive o alla forza di intimidazione del clan, partecipava stabilmente a un sistema volto ad assicurare ai Casalesi l’aggiudicazione dei lavori pubblici, consentendo in tal modo uno stabile introito alle casse dell’organizzazione criminale. Gli approfondimenti di natura economico-patrimoniale nei riguardi dell’imprenditore, avvenuti anche attraverso una procedura di controllo giudiziario, poi trasformata in amministrazione giudiziaria, della durata complessiva di tre anni e mezzo, hanno evidenziato una condizione reddituale e finanziaria incompatibile con il patrimonio accumulato nel tempo, ragionevolmente riferibile, a prescindere dal dato della sproporzione, al frutto del rapporto malavitoso instaurato con i Casalesi. Su queste basi, in applicazione delle disposizioni del “Codice Antimafia”, sono stati sottoposti a sequestro le quote e l’intero patrimonio aziendale di 16 società (con sede nelle province di Caserta, Chieti e Siena), 51 immobili tra fabbricati e terreni (ubicati nelle province di Chieti e Caserta), 8 auto/motoveicoli, nonché 27 rapporti bancari e finanziari, per un valore complessivo di oltre 8 milioni di euro». I 23 appartamenti sequestrati a Vasto si trovano in un unico edificio di via San Rocco.

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