“Il futuro dell’automotive in Abruzzo e Molise” è al centro del convegno che si terrà il 26 settembre a Piazzano di Atessa. L’appuntamento organizzato dalla Fiom Cgil vede tra i partecipanti numerosi esperti del settore oltre a rappresentanti sindacali e istituzioni. Alla discussione contribuiranno Giuseppe Ranalli (presidente del polo innovazione Automotive Abruzzo), Song Yang (economista esperto di automotive cinese), Ilaria Salzano (giornalista automotive), Davide Bubbico (Università di Salerno), Anna Donati (Kyoto Club), Anna Morgante (docente Università “D’Annunzio”), Carmine Ranieri (segretario generale Cgil Abruzzo e Molise) e Michele De Palma (segretario generale Fiom Cgil).
Gli organizzatori nel presentare l’evento citano il peso dell’automotive sull’economia di Abruzzo e Molise: «il Pil della’Abruzzo vede il settore industriale pesare per il 20,4% di cui il 18,9% è riconducibile all’automotive; per la regione Molise l’industria incide per il 14,6% di cui l’11% legato all’auto. A cavallo tra Abruzzo e Molise c’è un territorio, la Val di Sangro, dove il settore dell’automotive occupa circa 22.000 metalmeccanici, e complessivamente nelle due le regioni operano circa 30.000 metalmeccanici».
Poi, i timori per i futuri impatti della produzione dell’auto elettrica: «Oggi Stellantis è proprietaria di tutto il mondo Fca (ex Fiat) e allo stato attuale non ha ancora presentato un piano industriale concreto e di dettaglio per i vari insediamenti industriali presenti nel nostro Paese. Inoltre, una parte della politica e del sindacato ritengono che il problema del futuro dell’auto sia legato alla decisione europea di non produrre più motori endotermici a partire dal 2035 e che questo termine debba essere modificato. Il problema vero è che, a esclusione degli Usa, il resto del mondo, in particolare la Cina, ha già deciso che il futuro dell’automotive sarà elettrico e anche se la Commissione europea dovesse rivedere la propria posizione, l’elettrico dominerà il mercato dell’auto. La difficoltà a mettere a fuoco questa situazione e ad elaborarla sta creando pericolosi alibi che si traducono in mancati interventi a sostegno delle molte imprese presenti nei nostri territori, indispensabili per affrontare la transizione in atto. L’obiettivo del convegno è quello di sviluppare questi temi con il coinvolgimento di esperti del settore e la presenza della nostra struttura sindacale nazionale».