Di cosa parliamo – Attesa da decenni, la variante di Vasto alla statale 16 fa discutere. Viadotti e gallerie sul costone panoramico al di sotto della città antica: questo, per l’Anas, è il progetto migliore per allontanare camion, rumori e smog dalla riviera. Sul «no» a questa ipotesi il mondo politico vastese è compatto e ha ottenuto il sostegno del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. Il 6 aprile, nella conferenza preliminare di servizi, si valuteranno le alternative per evitare di deturpare il paesaggio di Vasto, ma anche di perdere i fondi. Dopo essere andati sul posto [VIDEO], ci siamo nuovamente rivolti all’ingegner Paolo Marino, che per Chiaro Quotidiano ha scritto un dossier su storia, progetti e proposte di spostamento della SS16 Adriatica. Ieri la prima puntata [LEGGI], oggi la seconda.
I PROGETTI
di Paolo Marino
Nel 2003 venne redatto, per conto della Provincia di Chieti, il progetto preliminare di “Variante S.S.16 circonvallazione di Vasto”; tale progetto deriva da un precedente studio di fattibilità che indicava un tracciato preferenziale su S.P. San Lorenzo e due alternative: una che da nord iniziava su strada di bonifica del Sinello e un’altra su fosso Lebba.
Il tracciato del suddetto progetto preliminare parte invece dal ponte sul fiume Sinello: nel tratto iniziale ricalca il percorso della strada di bonifica “Sinello” fino alla comunale Sinello-C.da S.Giacomo; poi, percorre il “Vallone del Maltempo”, risalendo lungo il versante collinare, raggiunge la Contrada S. Antonio Abate e discende verso Vasto Sud affiancando e sovrapponendosi per lunghi tratti alla S.P. 97 Adriatica Vasto-S. Salvo. Il progetto prevede n.3 sottopassi, n.3 sovrappassi, una galleria di 980 m e un viadotto di 380 m.
È invece del 2010 lo studio di fattibilità dell’adeguamento della S.S.16 nei territori di Marche, Abruzzo, Molise e Puglia, dove l’Anas già manifesta l’intenzione di procedere con un tracciato simile a quello prescelto per la CdS e denominato alternativa “A”.
Si arriva così ad oggi, con il progetto di fattibilità tecnico economico, sempre dell’Anas, con le quattro alternative per il primo tratto di Vasto che ormai credo molti conoscano almeno nelle linee generali.
Pertanto, tenendo presente quanto si è detto, ci sarebbe stato tutto il tempo per la definitiva decisione e per la corretta pianificazione urbanistica dell’intervento che si voleva realizzare in contrapposizione a quelli proposti dall’Anas fin dal 2010. Infatti, già nel 2003 i progettisti del tracciato della Provincia di Chieti, che alcuni pongono come alternativo, scrivevano che “in fase di recepimento della nuova opera da parte dei comuni di Monteodorisio e di Vasto, occorre procedere ad un aggiornamento degli strumenti urbanistici”.
Detto ciò, la mia opinione è che Vasto necessiti adesso di migliorare e potenziare il tratto della S.S.16 con le disponibilità economiche che oggi sono a disposizione. E ciò a prescindere da eventuali ulteriori progetti di viabilità su tracciati eventualmente da definirsi e programmare.
Arrivando finalmente alla richiesta di opinione sul progetto Anas che andrà il prossimo 6 aprile in CdS, credo valga la pena di premettere che i tratti II e III (che si sviluppano a monte e in parallelo al tracciato ferroviario), che iniziano in corrispondenza del Viadotto “Vasto Marina” e finiscono, servita la stazione ferroviaria e anche il nuovo Ospedale (semmai un giorno verrà realizzato), al confine con San Salvo, debbano essere realizzati, perché la loro realizzazione non ha alcuna controindicazione, in quanto verrebbe semplicemente compiuta un’arteria di potenziamento già prevista nel vigente PRG. Questo tratto risolverebbe, infatti, i problemi di traffico per gli oltre tre km della riviera sud, “liberandola” dal passaggio dei mezzi pesanti, commerciali e di attraversamento nord-sud, rendendola un’arteria ad uso prettamente turistico in prosecuzione di Viale Dalmazia, con tutti i benefici che i cittadini vastesi possono immaginare. Sarebbe opportuno, per questi tratti, chiedere all’Anas di valutare anche la possibilità di creare degli accessi a Vasto Marina mediante svincoli a livelli sfalsati e sottopassi della ferrovia (previsti nel PRG), in modo tale da poter prevedere anche la demolizione del vetusto Viadotto Vasto Marina, visti i tanti lavori manutentivi che spesso ne limitano l’utilizzo.
Invece, il tratto I in attraversamento dell’abitato di Vasto Marina offre il fianco a numerose perplessità. In effetti, le alternative A e B (come mostrato) ripercorrono la variante pensata nel 1970 oltre 50 anni fa, quando però le sensibilità sulle questioni ambientali e paesaggistiche erano, per tanti motivi, differenti da quelle di oggi. Pertanto, fa preoccupare l’opinione pubblica la presenza di viadotti e gallerie che potrebbero deturpare il paesaggio già in parte compromesso da un numero, oggettivamente esagerato, di costruzioni civili e complessi immobiliari che si sono addentrati nel paesaggio e spinti anche a ridosso delle emergenze architettoniche (mentre in realtà dovevamo meglio tutelare la “cartolina” del centro storico con gli orti degradanti verso il mare).
A problemi di carattere paesaggistico vorrei brevemente aggiungere quelli di carattere acustico, di inquinamento ambientale e di possibili rallentamenti del traffico (a causa dei mezzi pesanti) nella parte di entrata e uscita dal tratto dove le pendenze raggiungerebbero il massimo previsto dalla legge, per la tipologia di strada, e cioè il 7%. I veicoli leggeri probabilmente preferirebbero percorrere il tracciato attuale.
La galleria è un’alternativa valida, ma è anche la più costosa
L’alternativa C si sviluppa invece prevalentemente in galleria (circa 1,81 km) con lievi pendenze e pertanto, da un punto di vista trasportistico, può essere sicuramente una valida alternativa. Ma lo è da quello economico, visto che esubera di circa 2,5 volte l’importo previsto per l’Alternativa A prescelta? Ciò senza entrare in valutazioni relative ai caratteri idrogeologi dell’area e del delicato passaggio al di sopra della esistente galleria ferroviaria; questioni, comunque, che sono da approfondire e risolvere nel dettaglio, eventualmente, nei successivi passaggi progettuali.
In ultimo, l’alternativa D prevede la riprogrammazione della circolazione nel tratto compreso tra le due rotatorie recentemente realizzate dall’Anas, eliminando le svolte a sinistra e, pertanto, per i veicoli provenienti da nord l’ingresso a Vasto Marina sarà quello esistente dalla rotatoria in via Martiri Istriani, mentre per quelli provenienti da sud sarà quello attraverso la stretta via Sebenico (ufficio delle Poste Italiane). Il costo sarebbe poco più di 1 mln € contro i quasi 38 mln € dell’Alternativa A, con un risparmio di circa 37.
(2 – continua)
Stiamo parlando di un strada statale che attraversa da nord a sud l ‘ Italia. Di conseguenza la progettazione deve essere adeguata al traffico di mezzi pesanti e pertanto fuori dai centri abitati. Il tracciato potrebbe partire in prossimità del casello autostradale di Vasto Nord e seguire il percorso dell’ autostrada raccordandosi all’ esistente strada prima del fiume Trigno. La succitata soluzione, anche se con costi superiori ai tracciati proposti dall’ ANAS, potrebbe risolve in modo definitivo il problema.