Sviluppo e lavoro nelle aree interne, approvata la legge regionale sulle Cooperative di comunità

È stata approvata nel consiglio regionale di ieri la legge di “Disciplina delle cooperative di comunità per il lavoro e la produzione”. In Abruzzo attualmente si contano 32 cooperative di comunità attive, quasi tutte ubicate nelle aree interne. Tali forme di cooperazione nascono con l’obiettivo di promuovere la crescita socio economica di territori “difficili” come le aree interne o le zone degradate delle aree metropolitane con ricadute occupazionali per i soci e per chi gravita intorno alle attività delle comunità. Qualche tempo fa abbiamo raccontato, ad esempio, i casi di Tufillo e San Giovanni Lipioni.

Innegabili, però, le difficoltà in cui tali realtà operano legate alla mancanza di una cultura di impresa e di una governance condivisa. L’obiettivo della legge, oltre a fornire un indirizzo normativo ben preciso, mira a dare ai territori la possibilità di creare posti di lavori nelle aree più svantaggiate.

Le cooperative di comunità

Nel testo della legge si precisa che «Sono riconosciute “Cooperative di Comunità per il Lavoro e la Produzione”, come società cooperative, costituite ai sensi degli articoli 2511 e seguenti del codice civile, e iscritte all’Albo delle cooperative, di cui all’articolo 2512 codice civile e all’articolo 223-sexiesdecies delle disposizioni per l’attuazione del codice civile, che, valorizzando il capitale umano, sociale, culturale e ambientale di una comunità territoriale definita, perseguono lo sviluppo di attività economiche sostenibili finalizzate alla produzione di beni e servizi, al recupero di beni ambientali e monumentali, alla creazione di offerta di lavoro o all’acquisto collettivo di beni e servizi di interesse generale, anche con la soddisfazione di bisogni della comunità medesima e con lo scopo di migliorarne la qualità, sociale ed economica della vita».

Il consiglio regionale di ieri

I soci

Per quanto riguarda il numero minimo di soci, ci si rifà all’articolo 2522 del codice civile che ne prevede 9. L’atto costitutivo di una cooperativa di comunità per il lavoro e la produzione indica anche la delimitazione dell’ambito territoriale di riferimento e i requisiti di appartenenza o di collegamento dei soci allo stesso. È invece prevista la possibilità di essere socio anche per chi, pur non risiedendo all’interno della comunità, «è legato ad essa da motivi di lavoro, ma anche da legami affettivi (come, a titolo di esempio, gli emigrati), portando forze, idee e risorse ulteriori rispetto a quelle della popolazione residente e, quindi, aumentare la potenzialità socio economica di un dato territorio».
Gli enti locali in cui si svolge l’attività non possono assumere la qualifica di soci.

L’ambito territoriale e i settori di attività

Per “comunità”, la legge approvata ieri intende il «territorio compreso in un Comune, eventualmente esteso ai soli Comuni limitrofi o a parte di essi amministrativamente o geograficamente riconoscibili, in una circoscrizione prevista dagli statuti dei Comuni stessi estesa ad altre limitrofe oppure in un’associazione di Comuni».

Per quanto riguarda i settori di attività, le cooperative di comunità possono operare in tutti i settori economici, tranne quello bancario; con questa previsione si intende superare «l’attuale e ristretto ambito di azione di una comunità, perlopiù legato al turismo e alla mutua assistenza».
La Regione disciplinerà inoltre le modalità di raccordo delle attività delle coop con le pubbliche amministrazioni con appositi schemi di convenzione. Le stesse potranno sottoscrivere accordi con i soggetti accreditati per i servizi per il lavoro e con i centri per l’impiego. Altro passaggio interessante della legge è quello che consente l’uso di edifici o aree inutilizzate dalle amministrazioni pubbliche per il raggiungimento degli scopi sociali (anche questo aspetto sarà disciplinato dalla Regione).

Alla legge approvata ieri dovrà seguire il provvedimento della giunta che stabilirà i requisiti, i criteri e le modalità per l’iscrizione a un apposito registro per il riconoscimento di Cooperativa di comunità per il lavoro e la produzione.

Magnacca: «Pieno riconoscimento al ruolo della cooperazione»

La legge è stata approvata all’unanimità (le minoranze avevano abbandonato l’aula). Tra i fautori della legge c’è l’assessora alle Attività produttive Tiziana Magnacca che, qualche settimana fa, a Fresagrandinaria aveva annunciato l’approdo a breve dell’atteso testo in consiglio: «La legge ha l’obiettivo di ampliare le opportunità di sviluppo economico nelle aree svantaggiate, pur mantenendo la natura mutualistica delle cooperative seppur dando loro un respiro imprenditoriale. Occorre ripensare al futuro e all’intero territorio abruzzese e questa legge va nel segno della concreta attenzione delle istituzioni regionali verso le aree interne che hanno sopportato per troppo tempo la marginalizzazione rispetto alle zone costiere».

Il recente convegno di Fresagrandinaria

«La nuova legge – conclude l’assessora – consente il pieno riconoscimento del ruolo e della funzione della cooperazione di comunità a prezioso sostegno economico e sociale dei cittadini. Abbiamo predisposto le condizioni normative per creare servizi e beni in favore di chi sceglie di restare soprattutto nelle nostre aree interne e, al tempo stesso, ampliando le opportunità di lavoro per coloro che non vogliono spostarsi dalle comunità di appartenenza per trovare occasioni di lavoro e per meglio realizzare il proprio progetto di vita».

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *