La consapevolezza che «qualcosa si può fare» è il risultato più importante del progetto che vuol riabitare San Giovanni Lipioni. La prova di questa ambizione si trova sulle pareti dell’associazione Nessuno escluso: planimetrie, dati e studi per far «partire una nuova narrazione del paese». Negli ultimi mesi la fama del piccolo centro dell’Alto Vastese ha travalicato i confini continentali finendo sulle pagine del prestigioso New York Times: tutto “merito” di una delle età medie più alte al mondo, la più alta in Italia fino a qualche tempo fa (superata da quella di Ribordone, in provincia di Torino, 66,1 anni).
Tra numero esiguo di residenti (136 nell’ottobre 2023) e anzianità, l’immagine restituita è quella di un destino segnato comune a centinaia di piccoli paesi delle aree interne. Tra le vecchie mura del centro c’è però un fermento che vuol cambiare la rotta.
Tutto inizia dall’associazione Nessuno escluso, nata nel giugno 2020 con l’obiettivo di «promuovere la rigenerazione e la riabitazione del paese nel rispetto dei principi dello sviluppo sostenibile». Si susseguono incontri e riunioni, in presenza e su piattaforme web, partendo da uno dei principali problemi di tutti i Comuni, non solo dell’entroterra: il patrimonio immobiliare in disuso. Secondo gli studi della fondazione Abruzzo Openpolis su dati Istat, nel Vastese ci sono oltre 30mila abitazioni non occupate, in alcuni paesi si raggiungono vette di oltre l’80% delle case vuote [LEGGI]. A San Giovanni Lipioni tale percentuale (dati 2021) è del 78,60%, 320 abitazioni non occupate stabilmente.
Alla data di costituzione ci sono una cinquantina di soci, la gran parte dei quali accomunati dai cognomi che rappresentano un certificato di origine: Grosso, Monaco e Rossi.
Incontriamo Ennio e Alessandro Rossi, rispettivamente vicepresidente dell’associazione e presidente della cooperativa di comunità Borgo San Giovanni (fondata nel 2023).
«È nato un gruppo di lavoro spontaneo. Abbiamo censito 52 abitazioni totalmente abbandonate, rilevate dall’Università di Bologna e a rischio con parti strutturali in comune – spiega Ennio Rossi, geologo, che da anni vive in Liguria, ma che torna regolarmente in paese – Sono stati così individuati e isolati 14 aggregati. L’obiettivo è costituire condomini tra i vari proprietari per dar vita a un progetto di ristrutturazione e una prospettiva di abitabilità e uso a fini ricettivi».
La scelta come primo intervento ricade sull’aggregato-simbolo della socializzazione e della vita di un paese, piazza Largo del popolo: quattordici unità immobiliari, di cui nove abitative (alcune a rischio di crollo) riconducibili a sette proprietari, nello stesso complesso che oggi ospita l’unico bar di San Giovanni, «La costituzione del condominio non è stato un passaggio scontato, ma ci siamo riusciti».
Lo strumento individuato è il Superbonus 110 (miglioramento sismico ed efficientamento energetico). Per quanto riguarda la parte economica si è cercato, e trovato, l’importante supporto dell’Eni che di recente ha rilevato le sei torri eoliche nel territorio sangiovannese (mentre parliamo un trasporto eccezionale attraversa le strade del centro per raggiungere la vicina Celenza sul Trigno, dove è in corso la realizzazione di un altro parco) e che «ha sposato subito il progetto ma a una condizione: “Trovate il progettista e la ditta che dovrà eseguire i lavori”». Si arriva così a un altro importante tassello di questa storia, si fanno avanti professionisti che operano fuori ma che non hanno mai reciso il legame con la propria terra: tra questi l’ingegnere ed ex sindaco Angelo Di Prospero che si è occupato del progetto e Mario Monaco, titolare di un’impresa edile a Bologna che ha curato l’intervento.
L’intervista ad Alessandro Rossi:
«Ne è venuto fuori un progetto di 2,7 milioni di euro complessivi – continua Ennio – Una corsa contro il tempo per star dietro alle varie modifiche alla legge e consegnare la pratica edilizia entro il 25 novembre 2022. Gli imprevisti non sono mancati, ma possiamo dire con orgoglio che ce l’abbiamo fatta a chiudere i lavori il 31 dicembre 2023».
Il 21 gennaio 2024, qualche giorno dopo la rimozione delle impalcature e dopo mesi di attesa e curiosità, il nuovo aggregato viene presentato alla comunità, una festa per l’intero paese per celebrare il risultato della cooperazione tra residenti e originari che vivono fuori; oltre a essere completamente ristrutturato è dotato di un impianto fotovoltaico di 32 kw e a breve avrà quattro colonnine per la ricarica di auto e bici elettriche.
Nel maggio 2023 entra in scena la cooperativa che rileva il bar e si pone come obiettivo il recupero delle abitazioni a scopo turistico e residenziale, partendo proprio da quelle ristrutturate. A gestire il principale punto di ritrovo di San Giovanni Lipioni oggi sono Alessandro e la sua compagna Catia Ravera, la loro è una storia nelle storie. Sono infatti tornati da Parma (lui di qui, lei toscana) dove hanno lasciato casa e lavoro per un cambio di vita radicale «non facile, ma nata dal cuore, dettata dall’amore per San Giovanni e dalla qualità della vita che è possibile trovarvi».
La cooperativa ha avviato anche corsi di inglese per residenti e messo in cantiere tante idee. Il tentativo di cambiare rotta è appena iniziato, tutti sono consapevoli delle difficoltà, ma altrettanto consci che «qualcosa si può fare» per «un nuovo inizio per San Giovanni».