La Esplodenti Sabino avrebbe dovuto essere riconvertita. Lo afferma Mario Enrico Testa, segretario dei Giovani democratici del Vastese, L’azienda di Casalbordino è ferma dal settembre 2024, quando un’esplosione spezzò la vita di tre operai. Quattro anni prima, in un’altra deflagrazione, erano morti tre loro colleghi. La scorsa estate lo stabilimento è stato rilevato dalla Arca Defence Italy, la filiale italiana del gruppo turco del settore degli armamenti.

«Dopo l’ultimo tragico evento – dichiara Testa in un comunicato – la principale preoccupazione dei lavoratori era quella di poter tornare a operare in sicurezza, senza il timore costante di nuovi incidenti e dopo lunghi periodi di sospensione e indagini. Se da un lato la notizia della riapertura può rappresentare un segnale di stabilità per i circa 70 dipendenti, dall’altro riteniamo inaccettabile la narrazione secondo cui si dovrebbe gioire per l’arrivo di un’azienda che continua a produrre strumenti di morte. Avremmo auspicato un processo di riconversione sostenuto dalle istituzioni pubbliche che tenesse conto congiuntamente delle necessità occupazionali e delle esigenze del territorio. In questo senso siamo convinti che attraverso la Zes sia possibile instaurare rapporti virtuosi tra soggetti privati e amministrazioni pubbliche, capaci di promuovere autentiche alternative di riconversione industriale, attente allo sviluppo economico locale e alla tutela dell’ambiente – non al profitto di aziende che, oltre a non contribuire alla crescita del territorio, alimentano logiche di guerra e tensioni internazionali».